Commercio – Acerbo (Prc): «D’accordo con Di Maio, ma non sia solo un annuncio»

Commercio – Acerbo (Prc): «D’accordo con Di Maio, ma non sia solo un annuncio»

COMUNICATO STAMPA
COMMERCIO – ACERBO (PRC): «GIUSTO ABOLIRE APERTURE SELVAGGE. CHE NON SIA SOLO UN ANNUNCIO»

«Se il governo fa una cosa che Rifondazione Comunista ha sempre proposto non possiamo che essere favorevoli – dichiara Maurizio Acerbo, segretario nazionale Partito della Rifondazione Comunista -. Auspichiamo che non si tratti del solito annuncio a cui non corrispondono fatti.

La liberalizzazione selvaggia del commercio votata da Berlusconi, Bersani, Meloni, Casini ecc. durante il governo Monti è stata un regalo alla grande distribuzione a danno di lavoratori e piccolo commercio. Pd e Repubblica, schierandosi contro l’abolizione annunciata da Di Maio, si collocano a destra del governo sulle questioni sociali e economiche per le loro posizioni neoliberiste, come già accaduto su Jobs Act o autostrade. Rifondazione Comunista è sempre stata contraria alla norma di Monti. Io sono stato anche promotore di un referendum per l’abolizione. Riuscii a far approvare il quesito dalla Regione Abruzzo con l’appoggio di sindacati e associazioni dei commercianti. Si associò solo la Regione Veneto, nessuna a guida centrista o Pd. Essendo necessarie 5 regioni non riuscimmo a indire il referendum. Su mia proposta abbiamo aperto la campagna elettorale di Potere al popolo! con volantinaggi contro l’ipersfruttamento nei festivi davanti a decine di centri commerciali in tutta Italia il 25 e 26 dicembre. È doveroso ricordare che il Pd e parte della stampa  mistificano la questione delle chiusure domenicali.
Le aperture c’erano anche prima di Monti ma erano regolamentate da comuni e regioni e oggetto di contrattazione con sindacati e organizzazioni di categoria. Certo non si poteva stare aperti 365 giorni all’anno ma si potevano turnare aperture. La legge iperliberista italiana non c’è negli altri paesi europei e in Germania paese che ci indicano sempre come modello le aperture domenicali sono 10 in un anno. Non regge nemmeno il paragone con i servizi essenziali e neanche con ristorazione.
Insomma, non è vero che la domenica sarà tutto chiuso ma semplicemente lavoratrici e lavoratori della grande distribuzione avranno la possibilità di godere del diritto alla festa, al rapporto con figli e familiari, alla gita, al riposo. Se a ferragosto o il 25 aprile e il Primo Maggio i centri commerciali rimarranno chiusi non sarà un problema ma una conquista di civiltà».

10 settembre 2018


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