Ma la Libia non era un “porto sicuro”?

Ma la Libia non era un “porto sicuro”?

COMUNICATO STAMPA

 
Libia – Acerbo (Prc): “Ma non era un “porto sicuro”?
“Solo 3 giorni fa – dichiarano Maurizio Acerbo e Stefano Galieni, segretario nazionale e responsabile Immigrazione di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea – il “ministro di tutto” Matteo Salvini ringraziava la Guardia costiera libica per aver “salvato” (riportandoli nei propri centri di detenzione) 275 migranti eppure non poteva non sapere cosa, contemporaneamente stava accadendo a Tripoli. La guerra fra milizie che non si è mai arrestata, nel silenzio europeo, sta subendo una escalation in queste ore tanto da far temere interventi militari occidentali che vedono messi a rischio tanto gli impianti petroliferi quanto la capacità del governo Serraj e delle mafie locali in divisa di fermare i profughi. La Francia, i cui interessi nel paese sono noti e spesso concorrenti con quelli italiani, sta cercando, nel caos di portare il paese intero a nuove elezioni a dicembre, coinvolgendo le diverse fazioni. Il governo italiano, sia per impedire che ulteriori vite umane vengano messe a rischio che per difendere i propri interessi, deve immediatamente sospendere le forme di collaborazione con la cosiddetta guardia costiera libica e assicurarsi che le persone in fuga trovino riparo presso porti sicuri. E con determinazione deve porre l’attenzione sulla situazione libica sia in sede europea che al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per ottenere che tacciano le armi e cessino le violazioni dei diritti umani nel paese”.
3 settembre 2018

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