Ucraina: solidarietà con i comunisti contro la repressione

Ucraina: solidarietà con i comunisti contro la repressione

Il Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea esprime la propria solidarietà con il Partito Comunista Ucraino contro la repressione a cui è sottoposto da parte del governo filo-nazista di Kiev. L’ultimo episodio si è verificato nei giorni scorsi, con una irruzione delle forze speciali della Polizia nazionale nella sede del Comitato Centrale del Partito Comunista Ucraino. Con l’accusa di aver violato le leggi sulla decomunistizzazione, la Polizia ha sequestrato hard disc, computer, materiale informatico ed oscurato il sito web del partito. Il segretario nazionale, Petr Simonenko, che in passato ha subito un attentato e diversi episodi di violenza, è stato fermato e minacciato di arresto.
Il reato contestato è la pubblicazione sul sito del partito di una immagine del primo segretario del Partito Comunista Ucraino. Un’immagine che viola il divieto di propaganda comunista, istituito dalla legge sulla decomunistizzazione del 2015, che equipara nazismo e comunismo. La legge, emanata dal parlamento (Rada) nell’aprile del 2015, colpisce con una dura repressione i comunisti e la sinistra, mentre nazisti e nazionalisti continuano a essere presenti sia in parlamento, che nei battaglioni utilizzati contro le popolazioni del Donbass. Una situazione gravissima,  lesiva della libertà di pensiero ed espressione, che limita i diritti politici e riduce lo spazio democratico.

Ricordiamo che lo stesso presidente della Rada, Andriy Parubiy, (che l’anno scorso ha incontrato la sua omologa italiana Laura Boldrini), è vicino a formazioni paramilitari di ispirazione neonazista (come Pravij Sector), e nel 1991 ha fondato il partito nazional-socialista d’Ucraina, ispirato al più famoso omologo tedesco.

L’irruzione delle forze speciali segue di qualche giorno una manifestazione di minatori, pensionati, reduci di guerra e familiari delle vittime di Chernobyl, scesi in piazza per protestare contro le misure economiche adottate dal governo ucraino.
La repressione e persecuzione sistematica dei comunisti e l’esplosione della violenza nazista vanno a braccetto con la rimozione dei monumenti del passato comunista, il divieto di esposizione sia dei simboli comunisti, che di quelli della vittoria sul nazifascismo.

Si vergognino il governo italiano e l’Unione Europea, che rimangono a guardare in silenzio il fascismo che avanza nell’Ucraina “filoeuropea”.

 

Rifondazione Comunista chiama alla vigilanza democratica contro il risorgere del fascismo nel continente.

 

Marco Consolo

Responsabile Area Esteri

PRC-SE

 


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