DIBATTITO / Siamo all’anno zero della sinistra Ripartiamo da Rifondazione Comunista

Walter Tanzi

In un momento di profonda crisi economica, sociale e politica come quella che sta attraversando l’Italia in questi tempi, possa far specie notare come qualsiasi partito alla sinistra del PD arranchi a livello elettorale.

Il risultato elettorale di Potere al popolo, lista che raccoglie il 1% dei voti, ci deve fare riflettere, io penso che Pap non abbia prospettive politiche in grado di parlare alla pancia dei ceti meno abbienti e che sia senza alcun appeal evidenziando l’inconsistenza in termini di aggregazione del consenso politico.

È stata una sconfitta pesante. Come si può essere contenti di un risultato appena sopra i decimali.

Come è accaduto che in questi ultimi anni il partito che ha avuto un Circolo in ogni campanile stia sparendo? Sono stati fatti errori strategici piuttosto chiari.

In questa situazione terremotata ritengo che si debba ripartire da qualche punto fermo. Per questo ritengo necessario, nel contesto di valorizzazione dei rapporti unitari a sinistra, rimettere in pieno funzionamento Rifondazione Comunista, sia come corpo politico collettivo formato da decine di migliaia di compagni e compagne, sia come capacità di proporre un indirizzo politico grazie al quale uscire dal pantano.

Ripartire da Rifondazione Comunista, che deve continuare a vivere per l’oggi e per il domani, è condizione assolutamente indispensabile per poter ricominciare a lavorare ad un processo di unità della sinistra che, evitando scorciatoie politiciste ed organizzative, riesca a ricostruire una lettura credibile della società italiana, un qualche grado di radicamento sociale e un senso concreto dell’utilità sociale della sinistra in questo nostro paese e non ripetere gli errori che ci hanno portato a questo disastro.

Più Rifondazione Comunista vuol dire più Sinistra: qui si tratta di decidere se gettare a mare un progetto politico e organizzativo oppure se ripartire da dove ci siamo persi, con idee chiare.

Ora si tratta di rimettersi in piedi: ripartendo da Rifondazione Comunista e dalle origini di Rifondazione Comunista, quello di rinnovare e rifondare il comunismo in Italia.

Una Rifondazione Comunista forte è condizione fondamentale per la democrazia del nostro Paese.

Solo così il partito potrà tentare di risollevarsi da una china che appare irreversibile.

Occorre una conferenza programmatica per ricostruire il progetto del PRC, per dire chi siamo, cosa vogliamo fare, come lo vogliamo fare e con chi. Basta giochi, basta ambiguità.

Serve rifondare la sinistra in Italia. Serve voltare pagina con la breve storia negativa di questi ultimi 10 anni (da Chianciano), dove abbiamo spolpato un patrimonio politico vivo e grande, riducendo il partito a un corpo agonizzante. Serve un processo di ricostruzione politica e organizzativa.

Nel 2008 dopo la sconfitta della Sinistra Arcobaleno Paolo Ferrero dichiarava: “Riattivare i percorsi di discussione politica è assolutamente necessario per evitare che la sconfitta determini il ripiegamento e il ritorno a casa di decine di migliaia di compagne e compagni”.

Se il PRC vuole tornare a riempire se stesso di significato, deve ripartire proprio da qui.

 

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