Sicilia: rompere definitivamente con il politicismo, anche nelle istituzioni

Mimmo Cosentino, segretario regionale Prc Sicilia -

Con una decisione unilaterale e calata dall’alto della sua postazione nel Parlamento regionale, Claudio Fava, unico eletto alle regionali siciliane, ha convocato l’Assemblea regionale della lista Cento passi per sabato sette Aprile a Catania. Un’Assemblea, annuncia, “aperta a tutti coloro (tutti!) che vorranno partecipare e contribuire a organizzare il movimento. Ci sarà anche Laura Boldrini e con lei molti amici che verranno da altre regioni ed esperienze…” E ancora: il risultato delle regionali è stato “solo una tappa. Adesso ne abbiamo altre…a cominciare dalle prossime amministrative…dobbiamo costruire una pratica condivisa di confronto, progetto e iniziativa…” Nessun riferimento sociale, un ritorno alla retorica vendoliana, un convinto attacco indistinto ai riferimenti della “vecchia toponomastica della politica (centrosinistra? sinistra-sinistra? centro? alto? basso?)” accomunati in un sol fascio. Dimentico, per opportunistica rimozione o per arrogante presunzione, di avere sottoscritto con il segretario regionale di Rifondazione comunista, a settembre del 2017, appena sei mesi fa, un comunicato congiunto, riportato da diverse agenzie di stampa nazionali, con il quale si impegnava a costruire, “per l’oggi e per il domani” una lista della sinistra antiliberista con “un profilo politico e programmatico alternativo ai poli politici esistenti”. Pronto a rimuovere il consistente contributo economico del Prc per finanziare la campagna elettorale, e i relativi accordi nazionalmente sottoscritti, e, peggio ancora, l’apporto di voti dei suoi candidati, iscritti e di area, come pure della generosa passione con cui parti significative dell’associazionismo e dei movimenti hanno concorso al risultato finale, decisivi per il superamento dello sbarramento del 5%.

Alla fine l’annuncio di ciò che “Cento passi deve diventare: “un nuovo linguaggio per dire e fare politica”. Per capire come, su cosa e con chi, ci soccorrono un articolo del quotidiano La Sicilia e le informazioni di altri giornali on line. Per le comunali di Catania è aperta da settimane una trattativa tra Fava, una parte di Leu (in prima fila ciò che rimane di Sinistra italiana) e il Presidente catanese della Comunità di Sant’Egidio, per la costruzione di una coalizione con liste civiche e di centro. Il quale Abramo, intervistato dal giornale di Mario Ciancio, non ha timore a dichiarare che sinistra e destra sono termini e riferimenti superati. Nessuna meraviglia: il suo nome compariva nella rosa dei papabili e probabili assessori del rettore Micari, candidato PD alla Presidenza della Regione Sicilia. La cosa non avvenne, ma lui non ha mai smentito la notizia.

Sabato 7 andremo a questa iniziativa, per denunciare il misfatto dell’affossamento della sfida politica rappresentata dalla lista dei Cento passi, e per invitare quanti credono ancora alla necessità di lavorare alla costruzione di una sinistra antiliberista, nella presenza delle lotte sociali e nelle istituzioni, a non attardarsi in mezzo alle macerie di Leu e delle storie legate al Pd e ai suoi disastri, e a relazionarsi invece con l’appuntamento nazionale della rete delle Città in comune, che nello stesso giorno si tiene a Firenze, e al quale arrivano significative e qualificate  adesioni dalla Sicilia, da Catania a Palermo, da Messina a Scicli.

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