Per non morire di lavoro in Sicilia

Per non morire di lavoro in Sicilia

In un solo giorno sono morti in Sicilia, ieri 9 Ottobre, tre operai, di cui due in una struttura pubblica. Siamo arrivati a 40 nel solo 2017. Le responsabilità delle istituzioni sono evidenti e gravissime. Omicidi per mano statale o regionale. Le strutture amministrative di controllo, prive di risorse, perfino della carta per stampare, non sono in grado di funzionare per contrastare e prevenire le morti bianche. Si muore per sfruttamento mafioso,   si muore per complicità istituzionale con le illegalità e con l’accumulazione di profitti illeciti.

In Sicilia, il lavoro, dove c’è, è in gran parte nero e/o irregolare. Mancano e diminuiscono sempre più i controlli sulla sicurezza, sulle regolarità contributive e retributive, sulla salute dei lavoratori. L’istituzione dell’Ispettorato Nazionale del lavoro anche in Sicilia, purtroppo rinviata colpevolmente a decreti ministeriali o assessoriali di là da venire, potrebbe fornire l’occasione per un allineamento a standard qualitativi e quantitativi di vigilanza sul mercato del lavoro, verificabili dalle parti sociali. Ma ancora si tarda, ancora si muore.

RIFONDAZIONE COMUNISTA chiede:

1.L’emanazione immediata dei decreti assessoriali regionali per l’operatività del nuovo servizio ispettivo in Sicilia;

2.Lo stretto coordinamento degli Ispettori del Lavoro con i servizi ispettivi di Inail e Inps (anche ai fini della formazione professionale, e per la garanzia e l’efficacia delle ispezioni fuori sede), con la dovuta disponibilità delle risorse finanziarie per il funzionamento dei servizi e il raggiungimento degli obiettivi di contrasto;

3.Il coordinamento degli Ispettori del lavoro con i servizi ispettivi di ARPA e Asp/USL;

4.L’attuazione delle linee guida di programmazione 2017 da perseguire e rispettare, con particolare riferimento alla lotta al caporalato e all’abuso dei voucher.

Mimmo Cosentino, segretario regionale Prc Sicilia


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