Con lavoratrici e i lavoratori  della K-Flex, no alle  delocalizzazioni

Con lavoratrici e i lavoratori della K-Flex, no alle delocalizzazioni

Ripartiamo dalla vertenza K-FLEX per definire al più presto una legge nazionale che difenda
il lavoro dalle delocalizzazioni, per il ripristino art.18 e contro il jobs-act.
Con l’accordo firmato in tribunale a Monza si chiude la vicenda della K-FLEX. Dal 24 gennaio 2017
le lavoratrici e i lavoratori della ISOLANTE K-FLEX di Roncello (MB) sono rimasti in presidio davanti
alla fabbrica, in sciopero e senza stipendio. Una lunga e durissima lotta, una lunga e durissima
vertenza sindacale. Giorno e notte per impedire la delocalizzazione di impianti e produzione in
Polonia e bloccare gli annunciati 187 licenziamenti.
Una scelta industriale miope ed arrogante con l’unico scopo dichiarato di ulteriori e maggiori
profitti. Senza alcuno scrupolo del danno sociale ed economico che crea ai propri dipendenti e al
tessuto produttivo del territorio. Senza alcun rispetto per l’articolo 41 della nostra Costituzione
sulla “responsabilità sociale d’impresa”.
Il caso della K-FLEX non è purtroppo un caso isolato. L’intero territorio della Brianza è pieno di
aziende piccole grandi o multinazionali, conosciute e sconosciute alle cronache che sono state
tutte pesantemente toccate da processi di de-industrializzazione e de-localizzazione che hanno
portato a chiusure, esuberi, licenziamenti e cassa integrazione. Basterebbe citare IBM, Celestica
Bames-Sem , Alcatel-Lucent, Candy, Compel e Linkra, Yamaha, Panem ecc.
Il territorio della Brianza si sta trasformando, è sempre più vicino il rischio di un punto di non
ritorno, con un tessuto sociale in difficoltà ed in disgregazione. Ora la delocalizzazione di K-FLEX
aggrava ulteriormente la situazione.
Lunedì 15 maggio il presidio è stato rimosso. L’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici K-FLEX ,
preso atto dell’incapacità del Governo, azionista di K-FLEX tramite Cassa Depositi e Prestiti, nel
disporre un efficace intervento e bloccare la delocalizzazione in Polonia, ha deciso di accettare la
mediazione del tribunale di Monza a cui lavoratori si erano rivolti per denunciare l’azienda per
comportamento antisindacale. Una scelta difficile ma, stante la situazione, senza alternative
immediate.
Hanno lottato e fatto tutto quanto era possibile. Oltre il possibile. A loro è dovuto un grande
ringraziamento e rispetto. La loro battaglia di giustizia, per avere difeso il proprio lavoro, la dignità
del lavoro, il diritto al lavoro la vogliamo assumere come un insegnamento. La vertenza K-FLEX ha
rappresentato una grande esperienza umana e un grande momento di solidarietà tra generazioni
e di interazione tra culture diverse.
Ora sono licenziati, senza un lavoro e con pochissime prospettive.
Subiranno le penalità del Jobs Act: non avranno la mobilità ma solo la Naspi per 24 mesi con una
indennità decrescente e copertura contributiva ridotta, non avranno la CIG Straordinaria poiché il
Governo ha eliminato la causale per cessazione di attività. Chi avrà la fortuna di ricollocarsi non
avrà la tutela dell’ art. 18.
Non vogliamo dimenticare la durissima battaglia dei lavoratori e lavoratrici K-FLEX, non vogliamo
che le loro aspettative ed i loro insegnamenti siano disattesi e dimenticati.
Non si tratta di una sconfitta ma di un nuovo inizio.
Chiediamo con forza e convinzione che:
• venga assunta nella agenda politica e sindacale la definizione di una legge nazionale /
regionale che difenda il lavoro dalle delocalizzazioni e una riscrittura della normativa e dei
principi che regolano i finanziamenti pubblici;
• vengano re-introdotte le garanzie e le tutele di quello che è stato l’articolo 18;
• venga abrogata la legge del Jobs-Act del governo Renzi;
• la politica torni a parlare di lavoro nel rispetto dell’articolo 1 della nostra Costituzione.
Su questi punti precisi interroghiamo le forze politiche e sindacali nazionali partendo dalle
nostre rispettive organizzazioni e partiti impegnando le proprie strutture i rispettivi gruppi
parlamentari e dirigenti ai diversi livelli affinché assumano questo impegno come prioritario
nella propria azione politica e sociale.
Questo l’impegno che unitariamente ci assumiamo. Non possiamo mancare.
Sinistra Italiana fed. provinciale Monza e Brianza
Partito della Rifondazione Comunista fed.provinciale Monza e Brianza
I Comitati di Possibile Monza e Brianza
Articolo 1 – MDP di Monza e della Brianza
Roncello, 17 maggio 2017

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