Ada Colau: a Barcellona vogliamo fare di più per accogliere più rifugiati

Ada Colau: a Barcellona vogliamo fare di più per accogliere più rifugiati

Sabato 18 febbraio a Barcellona centinaia di migliaia di persone hanno manifestato a sostegno dei rifugiati, chiedendo di poterne accogliere di più in aperta polemica col governo spagnolo di centrodestra sostenuto dai “socialisti” che rifiuta di rispettare la pur esigua quota di 16.000 previsti dagli accordi europei. La città ribelle di Barcellona è un buon esempio di come movimenti sociali e partiti della sinistra radicale possono costruire un’alternativa alle forze governative neoliberiste e alla destra xenofoba e razzista. Pubblichiamo la traduzione di un intervento della sindaca di Barcellona Ada Colau.

Ce lo ricordava Jordi Evole lo scorso fine settimana al concerto a sostegno dei rifugiati: è arrivato il momento di cercare soluzioni, sia che queste esulino dalle nostre competenze sia che ne facciano parte. Nonostante il blocco statale e le”incompetenze” del governo del Partito Popolare, il numero delle persone che arrivano nella nostra città in cerca di un rifugio sta aumentando. Nel 2016 sono state più di 2.000, un 67% in più rispetto all’anno precedente. Persone che arrivano con i propri mezzi, a volte fuggendo dalla guerra, dalla violenza istituzionale, dalla persecuzione subita perché amano qualcuno dello stesso sesso, perché la pensano diversamente o perché sono donne…

Il fatto che non sia di nostra competenza, non ha impedito a Barcellona di consolidare un piano di accoglienza proprio. Umile, però il primo di questo tipo in tutto lo stato. Lo abbiamo chiamato Nausicaa, come il personaggio dell’Odissea che incontra Ulisse dopo il naufragio, gli offre rifugio e lo aiuta a continuare il suo viaggio…

Questo piano è diretto a persone come Tatiana, Roman e suo figlio. Costretti a lasciare il proprio paese nel 2014, una volta qui lo stato gli offre una sistemazione temporale del tutto insufficiente per poter trovare un lavoro stabile. Ed è qui che interveniamo tutti e tutte noi, i professionisti, i vicini, le associazioni. Offriamo un aiuto-ponte per sei mesi, se necessario si prolunga ad un anno, che include una casa e un’assistenza completa per arrivare prima possibile al punto in cui non sia più necessario il nostro intervento. Abbiamo annunciato la creazione di 34 nuovi posti come questo, che si sommano ai 47 istituiti lo scorso ottobre. Otto sono riservati a rifugiati appartenenti al collettivo LGTB che, per le loro caratteristiche, richiedono un’attenzione specializzata dato che possono essere vittima della discriminazione.

Come città rifugio siamo orgogliosi di stirare al massimo la sfera delle nostre competenze, a dispetto della pretesa incompetenza di alcuni, per essere all’altezza di questa crisi umanitaria. Sempre si può fare di più e meglio. Perciò è necessaria una società civile attenta ed esigente. In molti e molte scenderemo in piazza questo sabato per gridare che vogliamo fare di più.

Auspichiamo di essere in migliaia, in centinaia di migliaia, perché il mondo sappia che Barcelona non si rassegna né al rispetto delle proprie limitate competenze né alla incompetenza dei governi europei.

#Vogliamoaccogliere, di più e meglio.

Ada Colau

[#VolemAcollir è l'hashtag che ha accompagnato la mobilitazione catalana]

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traduzione di Andrea Quaranta (www.catalunyasenzarticolo.wordpress.com)

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Venerdì abbiamo organizzato a Roma un convegno con il compagno Joan Josep Nuet (coordinatore generale di Esquerra Unida Alternativa, Catalogna) dedicato all’esempio di Barcellona.


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