Scippo di Stato

Scippo di Stato

Maria R. Calderoni

 

Mi dico, forse ho sbagliato libro, sto forse leggendo Dan Brown, che so, o Stephen king, mica sto rileggendo “La scala a chiocciola”? No no, è proprio questo il libro che sto leggendo: autore Daniele Martini, titolo “Scippo di Stato“, sottotitolo “Così ci hanno rubato strade, ferrovie, Poste e servizi essenziali” (PaperFirst, pag.139, €12).

Un libro, appunto, del tutto “realistico”, calato qui giù tra noi, e che tuttavia provoca qualche brivido, appunto da romanzo noir.

Sì, perché a leggerle tutte insieme, queste piccole 120 pagine, vieni preso dall’inquietudine, dall’oscuro senso del pericolo, cone si direbbe in un giallo. Per esempio, a leggere l’elenco che si trova a pagina 33.

Il 29 aprile 2009 sprofonda un’arcata del ponte sul Porta San Rocco al Porto e Piacenza: quattro automobilisti feriti, uno grave. Nello stesso anno si verificano due crolli sui 25 chilomeutri sulla Teramo-mare. Alla fine di maggio cede un pezzo del ponte Geremia II a Butera sulla strada tra Caltanissetta e Gela. Il 2 marzo 2011 a Calciano in Basilicata, sulla Basentana 407, le impalcature del ponte si abbassano all’improvviso di un paio di metri. Una settimana dopo tocca alla Puglia: viene giù il ponte tra Vieste e Peschici sulla statale 89. Di nuovo in Basilicata, e nello stesso periodo, viene chiuso per prudenza il ponte di Baragiano. Il 21 febbraio si apre a metà il ponte Verdura sulla strada che collega Agrigento e Sciacca. L’11 maggio tocca a un ponte sulla ferrovia tra Terni e Rieti all’altezza di Scoppito. Qualche tempo dopo è la volta della statale 626: a Licata, in provincia di Agrigento, le carreggiate di un ponte si piegano di quattro metri per un cedimento sitrutturale fino a toccare il fondo. Nel 2014 viene chiuso il lungo e altissimo viadotto Akragas che presenta lesioni. Per problemi di stabilità viene chiuso anche il viadotto Carabollace nei pressi di Sciacca… Fine del 2014, viene giù lo Scorciavacche, il viadotto nuovo di zecca sulla statale tra Palermo ed Agrigento. Il 3 marzo 2015 viene giù la quinta campata del viadotto Italia sulla Salerno-Reggio Calabria. Un mese dopo cede un altro pilone e crolla il viadotto Himera sull’autostrada A 19 tra Palermo e Catania. (e, tanto per completare,  l’ultimo della serie l’abbiamo visto tutti in un assai recente video “spettacolare”, lo scorso ottobre: quel mastodontico  tir che precipita dal viadotto spezzato in due sulla superstrada 36 che collega Milano a Lecco, un morto e quattro feriti)…

Un tranquillo elenco di paura (si potrebbe continuare a lungo). E non occorre certo invocare il fato o la famosa maledizione divina. Basta l’Anas. Il libro di Martini è infatti un ben ampio contenitore di misfatti, ma anche una documentata inchiesta sui come e i perché. Dei misfatti.

Il libro, ad esempio, si spinge “dentro” l’Anas, per stare al tema, e non é un bel leggere. Capitoli che si chiamano supestrade dello scandalo, scadente manutenzione delle strade statali, asfalto abbandonato, segnaletica maltrattata, lavori avviati e lasciati a metà, <progetti cambiati mille volte in corso d’opera e aggiustati con varianti che imponevano altri aggravanti di costi, contenziosi infiniti>: una inconcludenza costata miliardi e miliardi di euro e, ovviamente, uno strascico infinito di clientele, abusi, sprechi e mazzette strabilianti. E con tutti quei nomi noti, Ciucci, Benetton, Caltagirone, Impregilo-Salini, Astaldi, Pizzarotti, ecc ecc…

Ovviamente, tutto “civicamente”, tutto sulle spalle di noi cittadini, tutto a nostro rischio e pericolo (in senso letterale).

Però, sia detto a suo onore, nel ramo disservizi e scandali, l’Anas non è né la sola né la peggiore. Andate a vedere quello che il libro dice e scrive su Ferrovie, Poste, Ama, Munipalizzate. Le  alte sigle del Nostro Degrado Quotidiano. Cause ed effetti, tutto ben spiegato.

No, questo non si può definire un libro “divertente”. Ma non per colpa di Daniele Martini.

 


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