Ttip, Forenza: «Calenda prende in giro il Parlamento, sua propaganda da paladino delle multinazionali indecente: si dimetta!»

Ttip, Forenza: «Calenda prende in giro il Parlamento, sua propaganda da paladino delle multinazionali indecente: si dimetta!»

«Oggi alla Camera il ministro Calenda ha descritto un’Italia e un TTIP che non esistono, prendendo in giro letteralmente il Parlamento e quindi gli italiani – dichiara Eleonora Forenza, eurodeputata Altra Europa – GUE, commentando l’informativa di Calenda poco fa alla Camera – Calenda ha vantato la trasparenza di un accordo sul quale non abbiamo ancora un testo univoco e nel quale le informazioni sono pochissime anche per noi parlamentari europei! L’ho sperimentato nella reading room blindata dove si entra praticamente scortati, potendo consultare per un’ora migliaia di pagine di documenti!
Calenda parla di un sistema produttivo fatto esclusivamente di prodotti di eccellenza tipici del nostro “made in” come formaggi e moda, omettendo il rischio di esporre il nostro agroalimentare, il nostro manifatturiero e l’agricoltura alla concorrenza sleale di produzioni nordamericane, che utilizzano standards e metodi di produzione meno rigorosi di quelli europei, che attualmente difendono cittadini e consumatori.
Il CETA, poi, l’accordo tra UE e Canada, è stato definito misto e quindi non dovrà passare dai parlamenti nazionali. Ci batteremo affinché il Parlamento Europeo e il Parlamento Italiano adiscano la Corte Europea di Giustizia nel caso in cui il Consiglio dell’Unione Europea decida, appunto come vorrebbe Calenda, di espropriare i cittadini europei, gli Stati membri e i loro rappresentanti democraticamente eletti, del diritto di decidere il loro futuro.
Nello specifico, inoltre, segnalo che l’ICS (Investment Court System) è un make up dell’ISDS, che i diritti degli investitori cioè prevalgono su quelli dei cittadini. Ancora, il ministro non ha parlato di cooperazione regolatoria, cioè dell’influenza che essa avrebbe sull’intero sistema, nè ha citato i rischi del TTIP e del CETA sugli appalti pubblici e sul rischio di privatizzazione per i servizi pubblici, nè dei livelli occupazionali.

In buona sostanza, di fronte a tutte queste bugie dette da Calenda, e in vista dei pericoli concreti che TTIP e CETA rappresentano, non solo il ministro non sta difendendo i diritti dei cittadini italiani ma sta visibilmente prendendoli in giro, come ha fatto oggi in aula coi deputati: per questo dovrebbe avere la decenza di dimettersi.

La battaglia con la campagna Stop Ttip, dentro le aule di Bruxelles e fuori, continuerà, con maggiore forza per raccontare agli italiani la verità su questi accordi, nonostante la retorica di governo e imprese ».


15 giugno 2016

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