TTIP: il ministro Calenda è contro la democrazia!

TTIP: il ministro Calenda è contro la democrazia!

di Riccardo Petrella 

La mancanza di rispetto dei principi fondatori della Costituzione Italiana è diventata scelta politica del governo. A proposito delle dichiarazioni anticostituzionali del neo-ministro Calenda sul TTIP, il minimo da fare è togliere al ministro anti-democratico la responsabilità  dei dossier dei trattati internazionali commerciali, economici, sugli investimenti, sui servizi.

Non ho le competenze sufficienti per affermare se le dichiarazioni  del ministro Calenda sul TTIP contengano elementi giuridico-costituzionali validi per un’azione di sfiducia nei suoi confronti, ma è certo che non si può non denunciare con forza il loro carattere anticostituzionale. Siamo davanti a dichiarazioni apertamente “contro la democrazia” come sistema di governo, contro il ruolo dei cittadini e dei parlamenti nazionali in materia di trattati internazionali.

Secondo la Repubblica dell’11 maggio scorso,  il ministro Calenda avrebbe dichiarato che :”Per Bruxelles è sempre più difficile negoziare e complicato arrivare a un’intesa sul Ttip” (da lui fortemente auspicata, mia nota). E continua: “Dopo aver dato un mandato alla Commissione all’unanimità, dato che le opinioni pubbliche si sono girate contro, abbiamo cominciato a toglierle poteri con il risultato che c’è un problema di credibilità nei confronti della controparte”. Per il ministro sarebbe di gran lunga preferibile che l’opinione pubblica ed i parlamenti nazionali non si occupassero della questione ma lasciassero unicamente alla Commissione il potere di negoziare il TTIP.

Il ministro ha certamente il diritto di esporre in quanto membro del governo italiano le sue  tesi sulla necessità e l’urgenza di approvare il più rapidamente possibile il TTIP, anche se esse non sono condivise da milioni di italiani che sono scesi in piazza negli ultimi mesi in tantissime città italiane contro  la segretezza dei negoziati e contro l’assenza di qualsiasi partecipazione/controllo sui loro contenuti da parte dei parlamenti  nazionali. Ancora oggi, né il Parlamento européo né i Parlamenti nazionali dell’UE possono avere accesso pubblico ai documenti prodotti dai negoziati. Tutto resta segreto. Addirittura, i parlamentari europei possono avere accesso alla lettura dei documenti, conservati in una stanza della Commissione europea, a condizione che vi entrino senza nessun strumento, nemmeno una matita o un pezzetto di carta. Burlesco!

Il ministro della Repubblica italiana non può, però, affermare che è bene che i cittadini (“le opinioni pubbliche”) lascino tranquilla la tecnocrazia dell’Unione (la Commissione europea di cui, fatto aggravante per le dichiarazioni di Calenda,  è nota l’adesione  alle tesi favorevoli alla totale liberalizzazione del commercio, dei capitali e dell’economia in piena empatia con gli interessi delle grandi imprese multinazionali private), e che essa continui i negoziati con gli Stati Uniti fino alla redazione dell’accordo finale. Il ministro sa bene che se ciò accadesse, non resterà ai  Parlamenti nazionali ed al Parlamento europeo alcuna reale libertà di manovra che quella di ratificare l’accordo, segnato in assenza ed all’oscuro dei cittadini e dei loro rappresentanti.

Verosimilmente è perché lo sa che ha fatto le dichiarazioni menzionate.

Ricordiamo che fu proprio su questa “assenza ed all’oscuro” dell’Assemblea nazionale francese riguardante i negoziati sul trattato AMI (Accordo Multilaterale sugli Investimenti) , “padre naturale” del TTIP attuale , che l’AMI fu rigettato senza compromessi  nel 1998 dal primo ministro francese, Lionel Jospin, che dichiarò che era inaccettabile che un accordo internazionale cosi determinante per il divenire della Francia fosse discusso e concordato in assenza e all’oscuro dei rappresentanti eletti del popolo francese. La differenza tra Lionel Jospin e le posizioni del ministro italiano è enorme; il nostro ministro proclama invece il suo disappunto di fronte al fatto che le opinioni pubbliche nazionali europee stiano rendendo più difficili e complicati i negoziati sul TTIP, e che  le loro critiche abbiano indebolito la credibilità del potere negoziale della Commissione europea. Incredibile:  il fatto che i cittadini tentano ed osano intervenire nel dibattito e sui lavori sul TTIP, invece di dare maggiore credibilità alla Commissione europea sul piano della rappresentatività,  è considerato un handicap per la Commissione!

No, non possiamo come cittadini non reagire con forza davanti a dichiarazioni  così spudorate contro la democrazia ed il ruolo dei cittadini. Se lasciamo personaggi come Calenda governare politicamente il divenire dell’Italia , come abbiamo fatto anche negli anni  nefasti del berlusconismo, non dobbiamo sorprenderci se fra alcuni anni ci troveremo i casa i lupi famelici dei mercati mondiali ed alle porte di casa i gendarmi anti-terroristi.

Una proposta a Monica Di Sisto: perché il movimento No TTIP non lancia una campagna popolare per richiedere il ritiro al ministro Calenda della  competenza in materia di trattati internazionali commerciali, economici, sugli investimenti e sui servizi,  ed il trasferimento di detta competenza a un ministro che avendo giurato di rispettare la Costituzione crede in ciò che stipula l’art .1 , cioé che “La sovranità appartiene al popolo?”.

 24 maggio 2016

fonte: Banning Poverty


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