
TURCHIA – FERRERO (PRC-SINISTRA EUROPEA): «NESSUN AIUTO AL GOVERNO FASCISTA DI ERDOGAN»
Pubblicato il 15 mar 2016
Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, dichiara:
«Il Prc aderisce al presidio indetto dalla Rete Kurdistan in Italia che si terrà domani, mercoledì 16 marzo alle ore 15.30 in Piazza delle Cinque Lune a Roma.
La mobilitazione è indetta in prossimità della riunione del Consiglio Europeo che si terrà a Bruxelles in settimana e in cui verranno garantiti finanziamenti al governo turco per fermare i profughi provenienti dalla Siria e definire un vero e proprio piano di deportazione per chi è in Grecia. Risorse che non serviranno, come ipocritamente si vuol far credere, ad accogliere i profughi ma a sostenere la guerra condotta contro le forze di autodifesa delle Ypi e Ypg uniche a contrastare l’avanzata del Daesh. Quello messo in atto da Erdogan è un ricatto attraverso cui intende, indisturbato, proseguire nei suoi tentativi di annientamento del popolo kurdo e di qualsiasi forma di agibilità democratica nel Paese. Fino a quando in Turchia non verrà garantita la libertà di ognuno, il rispetto dei diritti umani e politici, la pace e la democrazia, nessun tipo di accordo può essere stipulato sulla pelle dei popoli ed è dovere politico boicottare ogni forma di cooperazione e di investimento che le aziende europee e italiane in particolare, realizzano con il regime.
In ragione di questo e a fianco della proposta di federalismo democratico del popolo kurdo, saremo domani in piazza».
15 marzo 2016
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No all’accordo UE-Turchia. La Turchia si boicotta, non si finanzia!
Il prossimo 17 e 18 marzo il Consiglio Europeo si riunirà nuovamente per decidere la sorte dei migranti, dopo il vertice avuto con la Turchia lo scorso 7 marzo. Tra le altre cose all’ordine del giorno ci sono:
-la ratifica dell’ulteriore finanziamento alla Turchia di 3 miliardi di euro come incentivo per impedire ai migranti di lasciare la Turchia e raggiungere i paesi europei attraverso la Grecia.
-la messa a punto di un piano di identificazione e schedatura dei migranti presso hot-spots situati nelle isole greche, gestiti congiuntamente da funzionari greci e turchi.
-l’individuazione di procedure per l’espulsione dei migranti che non siano ritenuti idonei di ricevere protezione verso la Turchia entro 48 ore dal loro arrivo in Grecia.
Quello che si deciderà a Bruxelles sarà quindi il più grande piano di deportazione e concentramento mai concepito dalla fine della seconda guerra mondiale e l’ultima abiezione della politica del filo spinato che i governi d’Europa praticano da mesi, in spregio a qualsiasi principio umanitario e in barba agli stessi trattati europei.
La Turchia non può essere considerato un “paese sicuro” per i profughi, come ipocritamente dichiarano i governanti europeo. Il suo Governo non è in grado di garantire sicurezza e libertà neanche per i suoi cittadini: da mesi massacra la minoranza curda, incarcera e inquisisce giornalisti, magistrati, sindacalisti e docenti universitari.
L’Europa libera di Schengen, l’Europa dell’accoglienza e dei “buoni principi” è un simulacro dietro cui si nasconde il suo fondamento neoliberista: tutelare proprietà e benessere delle classi dominanti europee a discapito degli oppressi che, dentro e fuori i suoi confini, lottano per la loro sopravvivenza.Noi sappiamo che i soldi che l’Europa darà alla Turchia di Erdogan non serviranno ad aiutare i profughi, ma andranno a finanziare la guerra in Siria contro le forze di autodifesa delle Ypj e Ypg che da anni contrastano l’avanzata dell’Isis e la devastazione dei territori curdi del sud est turco, dove vige costantemente il
coprifuoco.
Con il pretesto della “guerra al terrorismo”, la città di Cizre e il quartiere di Sur a Diyarbakir sono stati letteralmente rasi al suolo dalle forze di sicurezza turche, provocando centinaia di morti e migliaia di sfollati. Come accade da più di cento anni, il popolo curdo viene ancora una volta sacrificato in nome dei reciproci interessi di Europa e Turchia.
Noi chiediamo che i nostri soldi non vadano a finanziare la guerra che il governo di Erdogan sta portando avanti dentro e fuori i suoi confini contro la popolazione curda e deploriamo qualsiasi dichiarazione che lo stato turco ha fatto sull’ennesima strage ad Ankara additando il Pkk come il responsabile per giustificare una nuova offensiva militare nelle città del Kurdistan turco e in Siria contro le postazioni delle forze di autodifesa del popolo.
Mercoledi 16 marzo ore 15.30 a piazza delle 5 lune, vicino al Senato-Roma
- per ribadire il nostro no all’ennesimo finanziamento al governo assassino di Erdogan
- in solidarietà alla lotta e alla resistenza della popolazione curda in Siria e nel sud est della Turchia
Rete Kurdistan Italia
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