Sanità: Rifondazione dell’Umbria chiede le dimissioni della Presidente della Regione


Le dimissioni dell’oramai ex assessore regionale alla sanità Barberini ci dicono con chiarezza che sulle nomine dei direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere si è consumata una pesante resa dei conti all’interno del PD. L’intervento di esponenti nazionali del PD sulla vicenda la dice lunga: anche a Roma lo scontro fra correnti è sempre più evidente, come dimostra la questione unioni civili. Inoltre a poco o nulla sono valse le stupefacenti dichiarazioni dei parlamentari Giulietti ed Ascani, renziani di ferro, che farebbero meglio a pensare ai criteri che ha usato Renzi nel dispensare nomine nazionali, nomine che niente hanno a che fare con la meritocrazia. Di sicuro l’Umbria non merita di essere una sorta di proconsolato renziano ad uso e consumo di scorribande romane. Tanto meno se lo merita sulla sanità, i cui veri problemi, dal decreto Lorenzin all’assenza del piano regionale, stanno nella necessità di opporsi alle privatizzazioni, ridurre le liste d’attesa, potenziare la medicina di territorio e la prevenzione. L’attuale governo regionale semplicemente non governa. Basti pensare ai rifiuti. La Presidente Marini ha fallito anche sulla sanità ed è stata delegittimata. Il PD anche in Umbria ha mostrato il suo vero volto e l’idea che ha delle istituzioni. A pagare per questa situazione non possono però essere i cittadini e le fasce più deboli della società. L’attuale governo regionale si dimetta: elezioni subito.

Rifondazione comunista dell’Umbria

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