
Torino, no allo sgombero dell’ex caserma occupata di via Asti
Pubblicato il 12 nov 2015
«E’ in corso in questi minuti lo sgombero da parte delle forze dell’ordine costituito della caserma occupata di via Asti a Torino – ha dichiarato questa mattina, giovedì 12 novembre, Paolo Ferrero -. Invito tutti i compagni e le compagne della zona del torinese a recarsi subito in via Asti per protestare contro questo ennesimo atto di normalizzazione. In questi mesi di occupazione via Asti è stata un luogo di discussione, di ritrovo, di convivialità in cui sono passate alcune decine di migliaia di persone. E’ stata una struttura pubblica – rimasta inutilizzata per anni – che è stata restituita alla città. Viene sgomberata stamattina su pressioni di Cassa Depositi e Prestiti, che ancora nei giorni scorsi si lamentava del prosieguo dell’occupazione. E’ uno sgombero voluto dal centro sinistra, dal PD di Fassino di Chiamparino e di Renzi, del blocco di potere che attorno a quel partito si è cementato a Torino ed in Italia. E’ il partito della dittatura “democratica” dei mercati che oggi a Torino usa i manganelli per una delle poche funzioni che vuole mantenere in capo allo stato: la repressione dei conflitti, dell’organizzazione e delle soggettività sociali».
Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione Comunista, questa mattina è stato tra i primi ad accorrere in Via Asti per unirsi alla protesta in corso contro lo sgombero della ex caserma La Marmora: «Lo sgombero della ex caserma è un atto di intolleranza e razzismo allo stato puro, tanto più grave e vergognoso in quanto perpetrato in un luogo simbolo della città, luogo di prigionia, di tortura e uccisione al tempo della dittatura fascista di partigiani e antifascisti. Un luogo passato di mano, venduto dal Demanio alla Cassa Depostiti e Prestiti. La cacciata di giovani impegnati in attività sociali e di famiglie Rom senza tetto è il risultato di una politica che ormai sa solo interpretare e portare avanti gli interessi dei poteri forti. A Torino il Sindaco Pietro Fassino e il Pd sono i massimi responsabili di questa politica privatizzata. La storia dell’occupazione di Via Asti non può finire qui. Si mettano in atto forme di disobbedienza e di resistenza civile e pacifica».
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