Gli euro, le dracme e i sesterzi di Matteo Renzi

Di Argiris Panagopoulos – Matteo Renzi non ha fatto niente per il suo paese e per l’Europa durante il semestre italiano. È stato latitante in qualsiasi sfida europea degli ultimi mesi, per esempio quando Merkel e Hollande trattavano con la Grecia di Tsipras la soluzione della crisi greca. Avete visto da qualche parte Renzi? Avete sentito se ha preso una sola iniziativa?
Improvvisamente il presidente del consiglio dei ministri italiano si è messo a fare campagna elettorale per il referendum in Grecia traducendo in italiano i compiti estivi che deve fare a casa sua, che probabilmente sono stati scritti direttamente in tedesco.
“Euro o dracma”, ha balbettato il signor Renzi che ha fatto aumentare i poveri nel suo paese, ha fatto fuori la Corte Costituzionale per non pagare i pensionati, mentre la Cassazione gli ha fatto mezzo regalo per evitare di restituire agli statali il maltolto. Altro che pagare le pensioni ai greci, come diceva giorni fa! Il capo del governo italiano e il suo ministro delle Finanze non possono pagare le pensioni agli italiani, perché altrimenti saranno licenziati dal… fiscal compact, da quella che l’ha imposto o da qualche lettera della BCE firmata dal fido italiano Draghi.
In Grecia probabilmente le parole non hanno perso ancora il loro valore. Per democrazia si intende la partecipazione del popolo alle decisioni e non solo alle elezioni o ai referendum, come si è visto dalla grande manifestazione in piazza Syntagma. Per sinistra si intende fare politiche per la gente, cercare di ridistribuire la ricchezza tassando chi ha i soldi e le grandi imprese, fare battaglie contro la povertà, l’evasione fiscale e la corruzione, rispettare ed estendere i diritti dei lavoratori, essere coerenti e leali con i compagni e il popolo. SYRIZA e Tsipras sono di sinistra perché lo dice la gente.
È bello e facile rilasciare interviste gratis per parlare a nome degli altri, scordando che durante il suo operoso governo il debito italiano continua ad aumentare, insieme con la disoccupazione e la povertà. Quante scuole e ospedali dovrà chiudere e quante persone dovranno essere licenziate per diminuire il debito italiano dai 2.200 miliardi di oggi al 60% del vostro Pil nei prossimi vent’anni? Renzi assomiglia ogni giorno di più a Samaras o peggio al suo compagno di partito, il socialista Venizelos.
Povero Matteo! Ha sbagliato anche questo compito! Il vero dilemma non è “euro o dracma”. Perfino Mariano Rajoy, che sparse veleni dapper tutto contro Tsipras, oggi ha espresso le sue preoccupazioni per l’uscita di un paese dall’eurozona. Perché se la Grecia tornasse alle sue dracme la cosa più probabile è che il nostro Matteo si troverebbe di fare i conti in sesterzi. Perché per quando insignificante nel contesto europeo meriterebbe almeno una moneta.. imperiale.

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