Ttip: la «coalizione» non è d’accordo. Slitta il voto

Ttip: la «coalizione» non è d’accordo. Slitta il voto

di Eleonora Forenza – il manifesto -

È stato rin­viato il voto sul Ttip pre­vi­sto oggi a Stra­sburgo. La moti­va­zione? Se la grande coa­li­zione non è d’accordo, non si vota. Le lar­ghe intese tra Socia­li­sti, Popo­lari e Libe­rali che costi­tui­scono la mag­gio­ranza nel Par­la­mento euro­peo rischia­vano di vacil­lare in aula. Di fronte al «rischio» di una crisi della grande coa­li­zione, il Pre­si­dente Schulz ha scelto (for­zando il suo ruolo) di rin­viare sine die il voto a seguito del grande numero di emen­da­menti arri­vati in aula: oltre 60 quelli pre­sen­tati come Gue/Ngl, tra cui uno, di cui sono prima fir­ma­ta­ria, che avanza la richie­sta di abban­do­nare i negoziati.

Abbiamo redatto gli emen­da­menti con­sul­tan­doci con le reti di atti­vi­sti ed esperti (tra que­ste, il net­work Stop-Ttip Ita­lia) che da tempo fanno infor­ma­zione su quello che non è un «sem­plice» accordo di com­mer­cio bila­te­rale tra Ue e Usa, bensì una ulte­riore e radi­cale tra­sfor­ma­zione in chiave neo­li­be­ri­sta della costi­tu­zione mate­riale e for­male dell’Ue. L’alternativa è tra Ttip e demo­cra­zia: il Ttip è un tas­sello fon­da­men­tale nel pro­cesso glo­bale di dere­go­la­men­ta­zione che mira a san­cire il pri­mato dei diritti degli inve­sti­tori sui diritti delle cit­ta­dine e dei cit­ta­dini, su ogni resi­duo di sovra­nità popo­lare. Non a caso uno degli esiti dello scorso G7 è stata la sol­le­ci­ta­zione a una rapida appro­va­zione del Ttip.

Tra le cause del «rischio» di una mag­gio­ranza diversa dalla grande coa­li­zione, il voto in aula su uno dei punti più cri­tici del trat­tato: la clau­sola Isds che isti­ti­tui­rebbe la pos­si­bi­lità di ricorso a corti pri­vate di arbi­trato inter­na­zio­nale per risol­vere le con­tro­ver­sie fra inve­sti­tori e Stati. Il 28 mag­gio la vota­zione in Com­mis­sione Com­mer­cio Estero sul Ttip si era con­clusa con una riaf­fer­ma­zione della mag­gio­ranza tra socia­li­sti e popo­lari e con un accordo pro­prio sulla clau­sola Isds. L’Isds rischia di divi­dere la mag­gio­ranza ma non è l’unico stru­mento attra­verso cui il Ttip agi­sce sulla demo­cra­zia: ad esem­pio, attra­verso il mec­ca­ni­smo della coo­pe­ra­zione rego­la­to­ria, lobby e mul­ti­na­zio­nali saranno legit­ti­mati a inci­dere sulla pro­du­zione nor­ma­tiva per alli­neare gli stan­dard tra Ue e Usa.

Il Ttip è un cavallo di troia che con­sen­ti­rebbe alle mul­ti­na­zio­nali di influire sul pro­cesso legi­sla­tivo ex-ante ed ex-post, isti­tu­zio­na­liz­zando il potere delle lobby nel pro­cesso demo­cra­tico. Abbiamo più volte segna­lato come il Ttip mini alla base il prin­ci­pio di pre­cau­zione, aumen­tando i rischi per la salute ali­men­tare. Ancora, come dimo­strano diversi studi di impatto (tra cui quello di Jero­nim Capaldo) cau­se­rebbe la per­dita di circa 600mila posti di lavoro in Europa.

Forse è que­sta la ragione per cui il governo Renzi è for­te­mente a favore del Ttip. Chie­diamo, dopo que­sto enne­simo strappo agito ai danni del Par­la­mento e della sovra­nità popo­lare, che si sospen­dano le nego­zia­zioni, almeno fin­ché non vi sarà un pro­nun­cia­mento demo­cra­tico. È della mas­sima impor­tanza che a par­tire da oggi si inten­si­fi­chino le mobi­li­ta­zioni con­tro il Ttip. La sini­stra poli­tica, per darsi unità può par­tire dal darsi con­te­nuto: la lotta con­tro il Ttip è sicu­ra­mente un con­te­nuto fondamentale.

*Par­la­men­tare Euro­pea — Altra Europa con Tsi­pras — Gruppo GUE/NGL


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