Referendum per battere Renzi e difendere diritti e democrazia

Referendum per battere Renzi e difendere diritti e democrazia

Ordine del giorno approvato dalla direzione nazionale, domenica 10 maggio 2015

Referendum per battere Renzi e difendere diritti e democrazia

 

Di fronte all’offensiva del governo Renzi diventa essenziale costruire una campagna di massa che dia la possibilità di una vasta, partecipata, democratica risposta al l’arroganza del Presidente del Consiglio.
Il ricorso a uno strumento previsto dalla Costituzione come il referendum costituisce la migliore risposta a un governo espressione di un parlamento e di una maggioranza eletti sulla base di una legge incostituzionale.
Riunire il più largo schieramento in una campagna referendaria costituirebbe anche un terreno di azione concreta positivo su cui far avanzare il processo di costruzione di una soggettività unitaria della sinistra alternativa al PD mettendo al centro contenuti sui quali poter incontrare anche il percorso di coalizione sociale promosso dalla Fiom.
Consideriamo positiva la proposta venuta in questi giorni di unire ai quesiti contro l’Italicum quelli per la legalizzazione della cannabis.
Siamo d’accordo nel merito essendo da sempre schierato il PRC su posizioni antiproibizionista, sia dal punto di vista politico generale ritenendo che la battaglia per la democrazia non possa limitarsi alla questione delle regole e deve sempre accompagnarsi a quella per il riconoscimento e la difesa dei diritti civili e sociali.
Per questa ragione riteniamo che costruire il più largo schieramento sociale democratico contro un’offensiva neoliberista e autoritaria dovrebbero essere al centro della campagna referendaria anche altri temi di carattere sociale e di rinnovamento della vita pubblica.
In particolare indichiamo come possibili terreni di iniziativa referendaria la precarizzazione del lavoro e l’odioso Jobs Act, la difesa dei beni comuni dallo Sblocca Italia e dalle norme volte alla privatizzazione dei servizi pubblici, la scuola in caso di approvazione della riforma, la liberalizzazione selvaggia del commercio.
È’ evidente che l’attacco alla democrazia costituzionale raccoglie forte consenso e passiva indifferenza a causa della diffusa critica da parte dei cittadini su temi come quelli dei costi della politica che vengono abilmente strumentalizzati da Renzi per far passare provvedimenti di segno autoritario che in realtà non colpiscono privilegi ma riducono democrazia.
Per questo riteniamo che vada riproposto il quesito sul taglio della retribuzione dei parlamentari su cui già in passato Rifondazione raccolse le firme.
Proponiamo dunque la costruzione di una stagione referendaria che connetta temi decisivi per rimettere in discussione le politiche neoliberiste e autoritarie del governo Renzi. Riteniamo necessario adoperarsi perché su questo obiettivo si determini il più ampio schieramento possibile di forze sociali, politiche, culturali.
Con lo stesso spirito di difesa dei principi costituzionali, il PRC sostiene nei modi opportuni e più adeguati le iniziative delle Associazioni dei Consumatori volte a predisporre con i soci delle Banche Popolari cooperative il ricorso avverso l’intervento che impone la loro trasformazione in Società per Azioni, rendendole oggetto della speculazione finanziaria, e fissando il limite di 8 miliardi come tetto oltre il quale le queste banche cooperative dovrebbero trasformarsi in SpA.

Riteniamo grave è incostituzionale il ricorso ad un decreto privo dei requisiti di urgenza ed indifferibilità, e nel merito l’imposizione di regole e vincoli che contrastano con la salvaguardia e lo sviluppo dell’attività economica cooperativa tutelata dalla Costituzione, e anche dalla normativa europea,

Questa norma infatti è assolutamente in contrasto con la stessa normativa europea che prevede un tetto di 30 miliardi. Norme di questo tipo sono volte a colpire quelle strutture del risparmio e del credito più vicine e sollecite agli interessi della economia reale dei territori a sostegno della Piccola e Media Impresa.
La Direzione nazionale da’ mandato alla segreteria di verificare con tutti gli interlocutori, a partire dall’Altra Europa con Tsipras e le reti di costituzionalisti già in campo, le condizioni per l’avvio della campagna referendaria su legge elettorale e sui temi indicati.
Ordine del giorno presentato da
Maurizio Acerbo

 


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