Dai compagni della carovana antifascista di solidarietà con il Donbass

Dai compagni della carovana antifascista di solidarietà con il Donbass

Pubblichiamo il diario dei nostri compagni del PRC e dei GC che stanno partecipando alla carovana antifascista con la Banda Bassotti nel Donbass.

6.5.2015

Dopo un viaggio lungo e travagliato attraverso la Repubblica di Lugansk a bordo di bus e tradotte militari siamo giunti nella tarda serata di ieri presso uno dei presidi della Brigata Fantasma che ha voluto onorarci di un posto  letto nei propri locali e di un pasto frugale in grande spirito di condivisione. Prima di arrivare abbiamo potuto osservare con i nostri occhi i segni della tragedia della guerra, in particolare a Novosvetlovka, piccolo villaggio incrociato lungo il percorso, ridotto a cumulo di macerie durante i primi mesi del conflitto. I miliziani ci hanno raccontato che in una di quelle tristi giornate le bande naziste del governo di Kiev avrebbero tentato di radunare la popolazione all’interno di una chiesa per arderla viva, non riuscendo nell’ intento solo perché incalzate dalle milizie antifasciste novorusse, sopraggiunte in soccorso della  povera gente di Novosvetlovka. Alla vista degli occhi commossi e fieri del miliziano che raccontava, non abbiamo potuto non sentirci onorati di poter vivere per i giorni che seguiranno vicini a questi uomini e queste donne in lotta ogni giorno, armi alla mano, per la propria dignità e libertà.

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7.5.2015

Giornata all’insegna della solidarietà. In mattinata seguiamo il comandante Mozgovoi in visita ad un asilo nido e ad una mensa popolare. Due delle molte iniziative promosse dalla rete di solidarietà che la Brigata Fantasma ha voluto creare per “offrire fin da adesso al popolo novorusso  prova concreta della società che le avanguardie di classe interne alla Resistenza si propongono di edificare” (queste le parole di Mozgovoi). Sulla strada verso il primo sito in cui la Banda Bassotti dovrà esibirsi, abbiamo occasione di recarci in un’ azienda agricola curata dalla Brigata. Sottratta all’incuria in cui il vecchio proprietario l’aveva lasciata a inizio guerra, l’azienda – gestita secondo metodi solidaristici dagli stessi soldati – assicura rifornimenti alimentari alla Brigata e ad attività come la mensa popolare, rendendole indipendenti dalle “leggi aguzzine del mercato, per non dipendere più né dagli aiuti umanitari, né dai capitalisti”, come tiene a precisare il miliziano che ci fa da guida. Tornati in pullman facciamo tappa in un ristorante nei pressi di Kirovsk, i cui locali ospitano un presidio di miliziani cosacchi. Questi ultimi ci accolgono calorosamente, offrendoci un sostanzioso pasto caldo e donandoci saluti, abbracci e sorrisi colmi di gratitudine che difficilmente dimenticheremo. Insistiamo per pagare il pranzo appena consumato, ma capiamo presto che nulla possiamo contro l’impareggiabile ospitalità di questa gente. Ci sdebitiamo con le note della Banda che qui, e poco dopo in un altro locale, tiene i primi due dei piccoli concerti itineranti che caratterizzeranno il passaggio della carovana in ogni luogo toccato. I miliziani appaiono entusiasti. E per quanto politicamente possa non valere nulla, vedere al proprio fianco un cosacco ballare sulle note di Fischia il Vento brandendo una sciabola resterà fra le due o tre cose più belle fatte o viste in una vita. Nel pomeriggio giungiamo finalmente alla meta giornaliera: la città di Stakanov. Qui ad attenderci c’è una grande statua di Lenin e un magnifico teatro ricco di opere d’arte risalenti all’epoca sovietica.  Secondo i piani iniziali il concerto dovrebbe tenersi qui ma si decide, invece, di tenerlo presso un parco non molto distante per coinvolgere un numero maggiore di persone. La scelta si rivela azzeccata: una volta giunti al parco, presidiato da una gigantesca statua di Stakanov, decine e decine di persone, ragazzi del posto ed intere famiglie si uniscono al nostro gruppo e, tutti quanti insieme, balliamo e cantiamo sulle note della banda. Nel momento di tornare alla base, saliti sul pullman, vediamo quelle  stesse persone salutarci con occhi pieni di amicizia. Il regalo più bello, dopo una lunga giornata di viaggio. La nostra esperienza continua. Sempre più consapevoli di stare dalla parte giusta della Storia.

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8.5.2015

Appena svegliati conosciamo un gruppo di compagni ucraini arrivati durante la notte. Tutti provenienti dalle regioni occidentali sotto il controllo di Kiev, sono giunti qui dopo aver trovato rifugio e asilo politico a Mosca negli ultimi mesi. Prima di richiederlo in Russia, ci raccontano di aver cercato di ottenerlo in vari paesi occidentali – Italia compresa – vedendosi però puntualmente respinti in quanto “provenienti da un paese perfettamente democratico, come l’Ucraina, dal quale non si capisce perché mai qualcuno dovrebbe desiderare fuggire in cerca di asilo”. Questa la risposta dell’Unione Europea “culla dei diritti” e Premio Nobel per la Pace a uomini e donne fuggiti dalla disperazione della guerra scatenata dal governo golpista e nazista di Kiev, sostenuto dalle stesse istituzioni europee. Parlando col gruppo di compagni ucraini rifugiati, abbiamo l’onore di conoscere Alexey, giovane militante comunista ucraino, superstite del massacro di Odessa del 2 Maggio 2014 e difensore della Casa dei Sindacati. Il suo racconto di quel giorno maledetto, dell’orrore seminato dalle milizie naziste e del coraggio dimostrato da giovani come lui, ci commuove profondamente e a stento tratteniamo le lacrime. Prima di trovare rifugio in Crimea, Alexey e i suoi compagni di diverse tendenze comuniste hanno dato vita al più combattivo dei movimenti interni di Resistenza al nuovo ordine di Kiev, giungendo a pagare con la galera e ogni genere di vessazioni la propria conseguenza e dignità di giovani rivoluzionari. Uno di loro combatte oggi nei ranghi della Brigata Fantasma. Il resto della giornata è dedicato per intero al  Forum di Solidarietà Internazionalista e Antifascista (Antifascism Internationalism Solidarity) qui organizzato dal Comitato romano per il Donbass Antinazista e dall’Organizzazione Cittadina dei Comunisti di Lugansk. Sul palco dell’auditorium centrale di Alchevsk si alternano per oltre sei ore gli interventi, tutti contraddistinti da alto livello di analisi, di strutture provenienti da tutta Europa. A colpire sono le parole del Comandante Markov, Commissario Politico dell’Unità 404: “la presenza di tanti popoli in quest’aula ci restituisce il senso più vero dell’Internazionalismo Socialista. Il fascismo non appartiene ai popoli. Esso non è che il mezzo più crudele con cui il capitalismo, messo con le spalle al muro, vessa i destini di quegli stessi popoli”. Lieti d’aver preso parte a un momento tanto raro e significativo di confronto internazionalista, assistiamo al grande concerto della Banda Bassotti sulla piazza maggiore di Alchevsk, in vista delle celebrazioni di domani del Giorno della Vittoria.

I Compagni dei Giovani Comunisti e del Partito della Rifondazione Comunista.

NO PASARAN!

[continua]

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