La Rai di Renzi torna sotto il Governo come quella della Dc

La Rai di Renzi torna sotto il Governo come quella della Dc

di Stefania Brai, Responsabile nazionale cultura Prc -

Se sono vere le notizie apparse sui giornali, la “controriforma” di Renzi del servizio pubblico radiotelevisivo ci riporta indietro di esattamente 40 anni, a quando cioè prima della grande riforma del ’75 la Rai era tutta sotto il controllo del governo. Così Renzi, con la banale scusa di “allontanare i partiti” dalla gestione dell’azienda pubblica dà il potere di nominare un “amministratore unico” ai soli partiti che stanno al governo. Con l’eliminazione della figura del presidente nominato dal consiglio di amministrazione e di quella del direttore generale si raggiunge un duplice obiettivo: assumere tutto il controllo della Rai da parte del governo ed iniziare una vera privatizzazione del servizio pubblico equiparandolo a qualunque azienda privata.

Rifondazione comunista si batterà insieme alle forze sociali, culturali e professionali perché la Rai possa tornare a svolgere quel ruolo di volano dell’industria culturale italiana che spetta al servizio pubblico radiotelevisivo. Siamo contro qualunque tentativo di ulteriore privatizzazione delle istituzioni che producono conoscenza, cultura e sapere. Occorre invece lavorare per la ricostruzione di un tessuto di partecipazione reale per ridiscutere il ruolo di un servizio pubblico radiotelevisivo all’altezza delle sfide tecnologiche di oggi e di domani mettendo intorno a un tavolo non i 30 esperti di Renzi ma tutte le professionalità coinvolte insieme le forze sociali e culturali, all’associazionismo e ai movimenti.

Per elaborare un grande progetto culturale che riporti la Rai ad essere un’azienda realmente democratica e autonoma, decentrata e partecipata, che possa ridare vita a tutta la produzione indipendente diffusa su tutto il territorio nazionale, pluralistica nella sua offerta culturale nel rispetto dei tanti “pubblici” e sganciata dalle logiche di mercato.

Una Rai governata da un consiglio di amministrazione formato da personalità del mondo della cultura, dell’informazione, del lavoro e della produzione culturale, nominate in base a curricula pubblici in modo tale da garantire professionalità indipendenza e autonomia dai partiti e dai governi.

 

 

 

 


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