L’Altra Emilia Romagna contro la vendita delle azioni Hera

L’Altra Emilia Romagna contro la vendita delle azioni Hera

di Piergiovanni Alleva -

E’ uno scandalo che per far fronte agli ingiusti ed illegittimi tagli del governo Renzi agli enti locali si svendano beni che non sono di proprietà di Merola e Giannini, ma di tutti i cittadini che si sono espressi chiaramente e in massa in un recente referendum a favore dell’acqua pubblica.
Il tentativo che avevamo previsto e denunciato infatti si sta puntualmente realizzando: la cessione ai privati delle utilities, in particolare della maggioranza azionaria del colosso Hera.
Si realizza così, da parte di amministrazioni statali e comunali che sfidando il ridicolo si dicono di sinistra, la strategia generale del neoliberismo che è quella di mettere in difficoltà le amministrazioni pubbliche con tagli spropositati onde costringerle a cedere un patrimonio pubblico a privati che ovviamente avranno di mira non il servizio pubblico ma il puro e semplice profitto. Non è mai avvenuto in Italia, dagli anni Novanta in poi, che una privatizzazione abbia portato un miglioramento del servizio o un suo minor costo per l’utenza, ma sempre e soltanto il contrario per l’evidente interesse dei privati a realizzare il massimo utile. Il sindaco Merola ubbidisce integralmente a questa logica di svendita di beni pubblici anziché ribellarsi ad una politica speculativa ormai chiara a tutti i cittadini che ovviamente alla sera dovranno pagare il conto del “sacrosanto” utile privato, unico faro e obiettivo finale delle politiche renziane a scapito di tutti i cittadini. Le società in mano degli enti pubblici guidati dai politici renziani continuano ad essere inoltre perpetua fonte di speculazione e di scandalo come dimostra anche il caso della buonuscita “monstre” accordata, non si comprende su quali basi, a un manager che ha prestato per un anno e mezzo la sua opera a Iren e che dopo aver ricevuto una simile stratosferica buonuscita continuerà sotto altra forma di consulenza a percepire il compenso anch’esso sbalorditivo di 400 mila euro, un evidente schiaffo ai lavoratori strozzati dalla crisi e dalla disoccupazione.
L’Altra Emilia – Romagna ha un’idea completamente diversa della gestione delle Multiutility che devono restare in mano pubblica proprio perché la logica del servizio pubblico é in sè radicalmente diversa da quella del profitto visto che mette al primo posto la soddisfazione ed i bisogni dei cittadini e non gli interessi degli avidi speculatori privati che oggi hanno facile gioco a fare il buono e cattivo tempo grazie alla accondiscendenza, se non proprio complicità, degli enti pubblici soci di maggioranza. Se oggi con il 51% delle azioni il pubblico fa fatica a gestire come si deve questi colossi, con il 35% ipotizzato da Merola il controllo pubblico sarebbe del tutto assente con pesanti ricadute sui contribuenti. Perciò aderiamo e condividiamo completamente le ragioni della Camera del Lavoro di Bologna che ha espresso forti dubbi sulla vendita delle azioni Hera.

PIERGIOVANNI ALLEVA
neoeletto consigliere regionale dell’Altra Emilia Romagna


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