Un bilancio della nostra consultazione degli iscritti

Un bilancio della nostra consultazione degli iscritti

di Nando Mainardi, segreteria nazionale Prc  – Nelle settimane scorse, Rifondazione Comunista ha sperimentato su base nazionale – anche in seguito ad una precisa indicazione emersa al congresso di Perugia – una modalità per decidere la propria collocazione elettorale: la consultazione delle iscritte e degli iscritti sulla proposta avanzata dalla segreteria e dalla direzione nazionale, in vista delle prossime europee.
Una modalità che ha, senza dubbio, allargato gli spazi di discussione e di scelta nel nostro partito.
Al 10 marzo, si sono tenuti 380 attivi di circolo o comunque territoriali, e si sono espressi 2441 tra compagne e compagni.
L’84,1% si è espressa per aderire alla lista Tsipras, che nel frattempo ha assunto la denominazione “L’Altra Europa con Tsipras”; il 9,2% ha espresso una valutazione negativa mentre il 6,7% si è astenuto.
Va sottolineato che abbiamo deciso di non fare volutamente un referendum on line: una modalità che forse avrebbe garantito più partecipanti, ma che avrebbe azzerato ogni forma di discussione e confronto politico tra compagne e compagni nella costruzione della valutazione e del voto finale.
Per questo abbiamo scelto gli attivi, chiedendo la collaborazione alle strutture territoriali.
E’ propria questa scelta che ci consente di poter dire che l’orientamento delle compagne e dei compagni è senza alcun dubbio netto – la proposta costruita in questi mesi e in queste settimane trova un consenso diffuso all’interno del nostro partito, come si nota dai risultati – ma al contempo ci consente anche di confrontarci con un dibattito articolato e vivace.
Ad esempio, sono emerse diverse perplessità e critiche – nel corso della consultazione – relative tanto al simbolo adottato e all’assenza della parola “Sinistra” quanto alla gestione più generale del percorso della lista da parte dei “garanti”: la stessa segreteria nazionale ha peraltro espresso valutazioni apertamente e pubblicamente critiche su tali aspetti.
Perciò una parte di quella netta maggioranza che ha votato per l’adesione alla lista l’ha fatto evidentemente soppesando gli aspetti positivi e gli aspetti considerati negativi, individuando la prevalenza dei primi.
Nel corso degli attivi sono emerse anche un paio di critiche alla stessa modalità della consultazione, su cui è importante spendere qualche parola.
Una prima critica si basava sulla convinzione dell’”inutilità” della consultazione, perché tanto era già “tutto deciso”. Un conto è ritenere che non ci fossero alternative politiche alla lista Tsipras, e che quindi la scelta era in un qualche modo scontata: è un’opinione, che ha cittadinanza nella discussione al pari di altre. Un altro è pensare che, a prescindere dal risultato della consultazione, la scelta “a Roma” sarebbe già stata assunta: questa è una posizione sbagliata e che dice di una “rassegnazione” che dobbiamo affrontare e superare. Se abbiamo scelto di dare – nell’ultimo congresso nazionale – l’ultima parola alla consultazione, e quindi agli iscritti, è perché il suo esito era – ed è stato – decisivo e vincolante.
Una seconda critica riguardava invece la formulazione del quesito, da alcuni considerata troppo “astratta” rispetto all’evoluzione degli eventi e anche ai problemi sorti nel percorso relativo alla costruzione della lista. Se il senso della critica è chiaro, è altrettanto vero che era evidente a tutti che il quesito non poneva una questione astratta e teorica ma chiedeva di calarla nella situazione concreta e reale. Se avessimo scelto di calibrare il quesito in base a ciò che avveniva quotidianamente, probabilmente avremmo dovute parole e virgole del quesito diverse volte: la chiarezza, però, non ci avrebbe certo guadagnato.
Va detto peraltro che la consultazione è avvenuta proprio nei giorni in cui maggiori erano i problemi della definizione del profilo della lista, e a maggior ragione il risultato esprime una volontà chiara.
La presentazione delle liste circoscrizionali e delle candidature ha poi dimostrato la distanza dal triste spettacolo di Rivoluzione Civile.
E la fuoriuscita recentissima di Flores d’Arcais dai “garanti” ha dimostrato come il tentativo di dare un segno “giustizialista” alla lista sia stato sconfitto.
Questo è un breve e schematico bilancio della nostra consultazione.
Pensiamo sia stato un passo importante per provare a ridisegnare il funzionamento del nostro partito spostando il più possibile l’asse della decisionalità sulle iscritte e sugli iscritte. Occorre ovviamente lavorare a fondo sull’allargamento della partecipazione al corpo degli iscritti ma abbiamo, come dicevamo, sperimentato: del resto la costruzione di una democrazia radicale e orizzontale è uno degli aspetti centrali della rifondazione comunista, anche e soprattutto a partire da noi.


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