El Salvador: fermiamo la persecuzione giudiziaria contro Lorena Peña e il FMLN

Lorena Peña è stata un’importante attivista sociale dagli anni ’70 ad oggi, ex combattente, comandante della guerriglia dell’FMLN e membro della equipe di negoziazione dell’Accordo di pace di El Salvador. È stata anche deputata del FMLN (2009-2018) e presidente dell’Assemblea legislativa (2015-2016).

Lorena è la fondatrice di un’importante organizzazione femminista in El Salvador, Las Mélidas, e attualmente sta svolgendo il suo secondo mandato come presidente mondiale della FDIM (Federazione Democratica Internazionale delle Donne) dall’aprile 2022.

Lorena ha promosso iniziative politiche e decreti legali a favore dei diritti delle donne, tra cui la proposta di legge per la depenalizzazione dell’aborto, la creazione dell’istituzione finanziaria statale per le donne, FOSOFAMILIA, la riforma del codice penale per i reati contro la libertà sessuale e la violenza su donne e bambini, la legge speciale per una vita libera dalla violenza, la legge sull’uguaglianza, le quote per la partecipazione politica, tra le altre.

Lorena si è sempre opposta alla misoginia dell’attuale governo salvadoregno, così come del presidente della Repubblica, e si è sempre opposta a tutte le misure repressive che violano i diritti umani che il governo sta promuovendo contro la stessa Costituzione del suo Paese.

Il governo e il presidente Bukele hanno rimosso illegalmente membri della Corte Suprema di Giustizia per nominare magistrati sottomessi alle sue decisioni, dominando così i tre rami del potere statale. Parallelamente, il governo sta promuovendo una campagna di odio contro qualsiasi forza di opposizione o voce critica nei suoi confronti, mentre arresta indiscriminatamente persone innocenti con il pretesto della guerra contro le bande criminali.

Il risultato attuale è che, nel Salvador di Bukele, nel 2022 sono state arrestate più di 60.000 persone a cui non è stato fatto nessun processo come stabilisce la legge, decine di giornalisti si sono esiliati e decine di membri del FMLN sono prigionieri politici o perseguitati, come nel caso di Lorena Peña.

Da due anni, Lorena Peña è investigata e hanno cercato di arrestarla in base a diverse false accuse: nel 2021 è stata accusata di sottrazione di 580.000 dollari delle ONG, situazione smentita sia da Lorena, che dalle molteplici verifiche speciali che lo stesso governo ha effettuato a Las Mélidas. In quell’occasione è stata interrogata e rinchiusa per 12 ore consecutive, ma il sostegno popolare e la mancanza di prove hanno impedito la manovra del governo.

Nel 2022 la Corte Suprema di Giustizia ha avviato un’indagine su di lei per un presunto arricchimento illecito di oltre 700.000 dollari, indagando sui redditi di Lorena e di sua figlia, nonché sul conto dell’FMLN della “Segreteria di Cultura” dello stesso partito, segreteria che Lorena ha diretto con successo per 7 anni.

Tutte le osservazioni che la Corte Suprema di Giustizia ha presentato sono assurde ed alle stesse ha risposto Lorena con una solida documentazione,  presentata alle autorità il 5 dicembre 2022. Ora la Corte Suprema, sulla base della documentazione presentata da Lorena, la sta mandando a processo civile per arricchimento illecito di 200.000 dollari; notifica al Procuratore Generale e suggerisce anche all’Ufficio del Procuratore Generale di aprire un processo penale, il che mette Lorena in pericolo imminente di essere arrestata ingiustamente, in un Paese che non ha alcuna garanzia di giusto processo.

Ci sono più di 15 ex funzionari e dirigenti dell’opposizione che stanno affrontando processi di questo tipo. Si sa anche che il regime intende avviare una persecuzione degli ex combattenti dell’FMLN; infatti, ne ha già arrestati sette e sta perseguitando un firmatario dell’Accordo di Pace, Eduardo Sancho, per crimini contro l’umanità. E si dice che altri dirigenti, tra cui Lorena, siano in procinto di essere processati.

Lorena Peña ha deciso di affrontare questa situazione senza andare in esilio,  di continuare il suo lavoro di militante femminista e di sinistra, e come presidente mondiale della FDIM.

Nelle prossime settimane Lorena Peña dovrà affrontare un processo civile e ci auguriamo che la Procura non agisca illegalmente aprendo un processo penale contro di lei.

Si tratta dell’ennesimo caso di “guerra giuridica” (Lawfare), applicata e diffusa in America Latina contro i dirigenti politici o sociali considerati dai regimi autoritari e dalle dittature come ostacoli ai loro piani.

Il Partito della Rifondazione Comunista -Sinistra Europea chiede quindi che si ponga fine alla persecuzione e agli attacchi contro Lorena Peña Mendoza, Presidente mondiale della Federazione Democratica Internazionale delle Donne, FDIM e contro tutte-i le-i dirigenti del FMLN.

 

Partito della Rifondazione Comunista -Sinistra Europea

Roma 2-2-2023