PRC-SE: il Parlamento Europeo per la guerra

Il Parlamento europeo ha votato ieri a larga maggioranza una risoluzione sul conflitto in Ucraina in cui incredibilmente non vengono mai pronunciate le parole “pace”, “negoziato”, “trattativa” e men che meno “iniziative diplomatiche”, approvando un testo simile più a una velina del Pentagono, che a un appello al buon senso di una comunità di Paesi a un passo dal diventare il campo di battaglia di un conflitto atomico.  I membri dell’unico organismo eletto direttamente dai cittadini di quell’Unione tra Stati nata dalle macerie della seconda guerra mondiale, proprio perché non ne accadesse una terza, chiedono che le minacce russe di usare armi nucleari non devono dissuadere l’UE dal fornire un ulteriore, massiccio aumento dell’assistenza militare, dove richiesto dalle autorità dell’Ucraina. I Paesi UE definiti “esitanti”, dovrebbero invece fornire la loro parte di assistenza militare necessaria, “per contribuire ad abbreviare la guerra”.

I parlamentari europei protendono un ulteriore ramoscello d’ulivo chiedendo inoltre l’istituzione di un tribunale internazionale ad hoc per il crimine di “aggressione contro l’Ucraina”, per perseguire “Putin, tutti i funzionari civili e militari russi e i responsabili della pianificazione, del lancio e della conduzione della guerra”.

Per quanto riguarda “l’incidente” delle esplosioni sui gasdotti Nord Stream, il Parlamento europeo segnala che aumentano le probabilità che si tratti del risultato di un atto “coordinato e deliberato da parte di un attore statale”. Per questo giungono alla conclusione di  “quanto sia pericolosa una politica di crescente dipendenza dai combustibili fossili russi”.

La risoluzione invita quindi gli Stati membri a considerare prioritaria la protezione delle infrastrutture critiche europee, non si dice da chi, ma dovrebbero saperlo visto che sono stati fatti saltare in acque controllate dalla Nato e a sostenere ulteriormente “la resilienza dei partner dell’Europa orientale e dei Balcani”.

L’Italia è stanca di guerra ! Come Rifondazione Comunista continuiamo a sostenere la nostra contrarietà alla guerra ed alle sanzioni, lo stop all’invio di armi e la necessità di un immediato cessate il fuoco per arrivare ad un negoziato e sostenere le ragioni della pace.

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Roma 7-10-2022