Brasile: Pandemia e autoritarismo: la sentenza del TPP/Tribunale permanente dei popoli

Teresa Isenburg

Il questo momento di enorme tensione internazionale per una ridefinizione degli equilibri mondiali, conseguenza di cambiamenti strutturali oggettivi in molte parti del pianeta, anche l’America del Sud è scossa da un clima esacerbato di istigazione all’odio, promozione della violenza politica, crescente protagonismo di forze variamente organizzate unite da ideologia e posizioni di estrema destra, molto lontane da ogni progetto di Stati democratici di diritto.

In questo quadro si collocano fatti di estrema gravità, il cui simbolo può essere indicato nell’attentato alla vice presidente argentina Cristina Krichner del 31 agosto 2022; ad esso di affianca l’attacco armato al presidente della Colombia Gustavo Petro e alla sua comitiva del 24 agosto 2022 e lo stesso giorno l’attacco nel centro di Santiago a Símon Boric fratello del presidente cileno Gabriel.

Questi casi noti sono la punta di una piramide di violenze e aggressioni che cercano si minare le regole della convivenza civile per aprire la strada a svolte autoritarie. Alimenta tali atti l’uso e la diffusione continuativa di un linguaggio insultante verso tutto ciò che non si condivide, dalla religione avvelenata dalle urla di accuse demoniache verso avversari politici e morali (della loro morale) da parte dei dirigenti delle megachiese pentecostali e neopentecostali, gli appelli ideologici dei neonazisti che sempre più si manifestano senza nessun ritegno alla luce del sole, dei razzisti strutturali che insultano negri, popolazioni ancestrali, poveri, di coloro che ritengono loro diritto uccidere persone transessuali e così via. La diffusione massiccia di notizie false colonizza le menti. È quindi un conforto la sentenza pronunciata dalla giuria del TPP su Pandemia e autoritarismo che, utilizzando la logica e gli strumenti del diritto, ha espresso il suo verdetto sulle responsabilità di Jair Bolsonaro in quanto investito della massima carica del potere esecutivo nella gestione foriera, di un numero elevato e non giustificato di decessi, della pandemia. (T.I.)

Il 1° settembre 2022 la giuria del TPP/Tribunale permanente dei popoli ha pronunciato la sentenza della sua 50a sessione dal titolo “ Pandemia e autoritarismo” al termine di un processo iniziato a fine maggio 2022 per iniziativa di Commissione Arns, Articolazione dei Popoli Indigeni del Brasile/ Apib, Coalizione Nera per diritti e Internazionale di Servizi Pubblici/Isp. Il TPP è un tribunale internazione di opinione che giudica crimini commessi contro popoli e minoranze. Il verdetto ha impatto simbolico e di reputazione, ma la decisione può essere trasmessa a organi competenti come sostegno per il proseguimento del processo giudiziario.

Già presso la Corte del L’Aia esiste una denuncia presentata dalla Commissione Diritti Umani dom Paulo Evaristo Arns e dalla Apib. La giuria ha condannato il presidente Jair Bolsonaro per crimine contro l’umanità e violazione dei diritti umani a causa degli atti e delle omissioni commessi nel corso della pandemia di Covid-19. Nella lettura della sentenza il giudice argentino Eugénio Zaffaroni ha affermato: “ È stato stabilito che Bolsonaro ha commesso due atti illegali: una grave violazione, con incitamento pubblico, dei diritti umani, contro ampi settori della popolazione brasiliana che sono discriminati, e un crimine contro l’umanità, optando per una politica di salute contraria a isolamento, prevenzione del contagio e vaccinazione, che dolorosamente ha portato alla morte decine di migliaia di persone”. L’accusa imputa a Jair Bolsonaro la propagazione deliberata del coronavirus che ha causato oltre 680.000 morti nel paese, con impatto particolare per le popolazioni indigena e nera, e anche per i professionisti della salute. Secondo la giuria del TPP morti avrebbero potuto essere evitate in caso fossero state adottate misure consigliate dalla Organizzazione Mondiale della Salute/OMS e da scienziati.

Nel commentare la sentenza Luigi Ferrajoli ha messo in evidenza alcuni punti innovatori. Nelle oltre 50 conclusioni del TPP lungo i decenni venivano identificate e condannate responsabilità di governi, crimini di sistema, che non possono essere puniti penalmente.  In questo caso invece la sentenza ha una specificità, cioè identifica responsabilità personale di un capo di Stato per un crimine molto grave di violazione di diritti umani avendo provocato la morte di decine di migliaia di persone (si calcola 100.000) per una insensata risposta negazionista alla pandemia. Coscientemente un capo di Stato ha promosso una politica volta a questo risultato. Non solo Bolsonaro è penalmente responsabile, ma anche i componenti del governo che hanno sostenuto politiche simili. Ricorrono elementi oggettivi e soggettivi di responsabilità, in particolare la scelta soggettiva, quindi premeditata, di privilegiare l’economia rispetto alle vite delle persone. Sebbene manchino indicazioni adeguate di genocidio, emergono sintomi inequivocabili di razzismo verso popolazioni nere e indigene. Il diritto internazionale deve fare un salto di qualità, cioè identificare come responsabilità penale le politiche attribuibili a persone che ledono i diritti umani, in questo caso politiche di salute pubblica.

Secondo la giurista ed ex procuratore generale della Repubblica Raquel Dodge, che ha preso parte all’incontro, applicare e mandare ad effetto la Costituzione sarà possibile solo “se conosceremo bene i fatti che la aggrediscono, le atrocità che non possiamo ammettere e i comportamenti che devono essere puniti affinché non si possano ripetere”. Secondo Dodge il tribunale non ha solo il compito di valutare se la combinazione fra pandemia e autoritarismo sia stata foriera delle conseguenze più nefaste sofferte da neri, indigeni e professionisti della salute, ma anche di aiutare a difendere lo Stato democratico di diritto. Secondo l’avvocata dell’accusa Eloísa Machado è “un sollievo la sentenza che riconosce Bosonaro come un criminale internazionale” e aggiunge: “il lavoro non è terminato. Il TPP ha sollecitato le organizzazioni promotrici a portare il caso davanti al Tribunale Penale Internazionale/TPI. Il caso era già stato presentato e è al vaglio della procura del TPI. Siamo sicuri che ci sarà una indagine per genocidio dei popoli indigenti oltre che per crimini contro l’umanità. Quel giorno verrà. E chissà che si possa fare una sessione per ricordare che questa storia è cominciata qui, in questa salta della Facoltà di giurisprudenza di San Paolo, con la lettura della sentenza del TPP”.

San Paolo 3 settembre 2022, fonti https://comissaoarns.org/ ; https://www.conjur.com.br/2022-set-02/tribunal-simbolico-condena-bolsonaro-gestao-covid-19 ( su questo sito si può leggere il testo della sentenza); sul sito https://tutameia.jor.br/ si può ascoltare e vedere la registrazione dell’incontro con altri interventi interessanti.