Iraq: Rimettersi alla volontà del popolo iracheno può disinnescare la crisi

Siamo profondamente preoccupati per i recenti sviluppi politici e le loro pericolose ripercussioni che potrebbero implicare il Paese in conseguenze inimmaginabili.

Le forze che dichiarano la loro adesione al sistema di condivisione del potere etnico-settario sono responsabili di questi sviluppi. Insistere sullo stesso approccio fallimentare, rifiutato dal popolo, porterà solo altre calamità all’Iraq.

Oltre alla preoccupazione per il percorso di costruzione della democrazia e della pace civile nel Paese, sottolineiamo il diritto alla manifestazione pacifica e alla libertà di espressione, nella salvaguardia delle vite e delle proprietà pubbliche e private. Questo rientra nelle responsabilità del governo, anche se si tratta di un governo ad interim.

È ormai evidente che il Parlamento, con la sua attuale composizione, non è in grado di gestire la crisi sempre più profonda e onnicomprensiva e di affrontarne gli effetti cumulativi.

Pertanto, il primo passo per disinnescare la crisi è quello di abbandonare posizioni ostinate ed interessi ristretti e porre fine all’asservimento a forze esterne. Bisogna invece muoversi verso l’organizzazione di elezioni anticipate libere ed eque, in cui l’ultima parola spetti al popolo e che esprimano la sua vera volontà.

Un governo veramente indipendente, composto da figure nazionali competenti ed oneste, che goda dell’appoggio politico e popolare, formato prima che il Parlamento si sciolga oppure assegnando l’incarico al governo ad interim – modificandolo preventivamente – può aprire la strada ad elezioni anticipate da tenersi al più tardi entro un anno, senza rinvii.

La Corte Suprema Federale è a sua volta chiamata a rivedere le sue interpretazioni per quanto riguarda il “blocco più ampio”, il meccanismo per lo svolgimento della sessione del Parlamento volta all’elezione del Presidente e la protezione del sistema democratico da qualsiasi distorsione.

Affinché le elezioni riflettano la volontà del popolo iracheno, devono essere soddisfatte alcune condizioni, tra cui:

  1. Legiferare una giusta legge elettorale, prima dello scioglimento del Parlamento, che garantisca la reale rappresentazione della volontà degli elettori. Questo non sarà possibile a meno che non si ammetta la partecipazione delle forze patriottiche, degli specialisti e delle loro organizzazioni alla stesura della legge, sotto la supervisione della Missione delle Nazioni Unite.
  2. La formazione di una Commissione elettorale veramente indipendente, che non sia soggetta a un sistema di quote etnico-settarie, sia nel suo Consiglio che nella sua struttura amministrativa.
  3. Piena attuazione della legge sui partiti e divieto di partecipazione alle elezioni per quei blocchi politici che non dichiarano le proprie fonti di finanziamento.
  4. Limitare l’uso del denaro politico per influenzare i risultati delle elezioni, stabilendo un chiaro meccanismo di spesa per le campagne elettorali e punendo i trasgressori.
  5. Vietare alle milizie e ai partiti che hanno gruppi armati di partecipare alle elezioni, attuando la legge.
  6. Garantire la supervisione internazionale e locale sullo svolgimento delle elezioni, al fine di garantire tutti i requisiti per la loro integrità.

Siamo consapevoli del fatto che le elezioni da sole non rappresentano una soluzione alla crisi strutturale globale, se non seguono passi seri e misure concrete che riportino il processo politico sulla strada della costruzione di uno Stato di istituzioni, diritto e cittadinanza. Qualsiasi soluzione temporanea o pasticciata non farà altro che esacerbare la tragica situazione che il nostro Paese sta vivendo.

Gli iracheni meritano una vita migliore e per questo hanno il diritto di costruire il proprio futuro, in una patria libera e prospera, scevra da settarismo politico e corruzione, e di costruire uno Stato civile democratico. che solo può preservare la loro dignità e i loro interessi.

Condividiamo queste aspirazioni del nostro popolo e chiediamo a tutte le forze civili, democratiche e patriottiche del cambiamento di unire i loro sforzi e lavorare per costruire un’alternativa politica in grado di realizzare il progetto di cambiamento globale.

Questo è il nostro impegno, l’impegno più alto e più urgente.

Comitato Centrale del
Partito Comunista Irakeno
30 luglio 2022