A Cuba per sperimentare il vaccino più sicuro al mondo

Foto: Diana Bagnoli

di Alessandro Pacini –

Ho avuto l’onore di essere parte dello studio clinico Soberana Plus Turin insieme ad altri trentacinque volontari italiani, un progetto promosso dall’Instituto Finlay de L’Habana (Cuba) e dall’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, con la collaborazione dell’Aicec, l’agenzia di interscambio culturale ed economico con Cuba.

L’obiettivo è testare l’efficacia del “Soberana Plus”, il primo vaccino al mondo pensato come dose di rinforzo.

Il Soberana Plus è stato concepito come vaccino di richiamo con lo scopo di riattivare la risposta immunitaria preesistente e di aumentare il potenziale di protezione contro la reinfezione con i nuovi ceppi, sia in pazienti convalescenti, precedentemente esposti al virus SARS-CoV-2, che nelle persone immunizzate con un altro vaccino. Ciò significa che può fungere da richiamo o combinazione con qualsiasi altro vaccino.
Vista la situazione epidemiologica mondiale, l’ elevata trasmissibilità e l’emergere di nuove varianti, che aumentano il rischio di infezione anche tra i vaccinati, lo studio di cui facciamo parte punta a rafforzare l’immunità dei pazienti.

Stiamo parlando di un vaccino totalmente finanziato dallo Stato Cubano, i cui risultati hanno dimostrato la sua elevata immunogenicità (maggiore del 96% di presenza di anticorpi specifici) e la sua sicurezza.
Soberana plus è inoltre utilizzato come dose di richiamo nella prima campagna di vaccinazione infantile contro il Covid-19 in tutto il mondo.
Siamo di fronte a una eccellenza nella lotta contro il Covid 19, che anticipa le mosse dei governi occidentali e ne mette a nudo tutte le contraddizioni.

Al nostro arrivo a Cuba, ci è stato fatto un prelievo di sangue per verificare il livello di anticorpi; successivamente ci è stato inoculato il Soberana Plus. Il 15 dicembre a Torino saremo sottoposti a un nuovo prelievo di sangue che ci dirà di quanto è aumentato il livello degli anticorpi.

Abbiamo toccato con mano l’efficienza e la scrupolosità della sanità e dei medici cubani. Tutte le mattine una dottoressa e una infermiera, presso la clinica dove risiedevamo, misuravano e annotavano le nostre funzioni vitali. È stata anche predisposta una applicazione nel telefono per segnalare eventuali effetti collaterali. Ad oggi nessuno di noi ha riscontrato alcun tipo di evento avverso. Anche il classico dolore al braccio del vaccino, con il Soberana Plus non si è presentato nella maggior parte dei casi.

Dal punto di vista epidemiologico, se facciamo un breve confronto con la nostra Italia, c’è da rabbrividire.

Cuba ha 11,3 milioni di abitanti, l’Italia ne ha 59,6.

Dal 5 Dicembre Cuba è scesa sotto i 100 casi al giorno : 78 casi all’8 di Dicembre. 0 morti.

In Italia all’8/12 ne avevamo 18.000, con 86 morti.

Lo schema di vaccinazione a 3 dosi, la vaccinazione estesa anche ai bambini, il distanziamento e il rigoroso rispetto dell’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto stanno dando i loro frutti.

Cuba ha oggi più di un vaccino proprio (non solo il Soberana), con il 95.2% della popolazione che ha completato lo schema di immunizzazione, mentre l’85.6% della popolazione pediatrica (1.637.404 bambini-e) ha avuto 3 dosi. Cuba ha un metodo e una struttura di vaccinazione capillare, che si dimostrano tra le migliori risposte al mondo contro il Covid19, perché non ha tentennato nel momento dell’emergenza ed ha messo in campo, con rigore scientifico, tutte le misure utili a frenare l’espansione del virus.

Ricordo sottovoce, per rispetto delle vittime, la mancata zona rossa di Bergamo per compiacere la Confindustria, anche se ci sarebbe da gridare forte: lì c’è la sintesi e la volgarità di un sistema prono agli interessi e ai profitti dei privati che perde di vista il Bene Comune di una comunità, fine supremo di ogni agire del politico.

Questa avanguardia quindi non viene dalla ricchezza materiale, ma da quella delle idee. Cuba è Paese povero del “terzo mondo”, sottoposto ad un bloqueo odioso da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati, ma che ha una visione chiara della sanità: pubblica, universale, diritto inalienabile di ogni cittadino, pilastro portante dello Stato che investe in ricerca e in strutture pubbliche. E questa visione ha un nome e un cognome: Fidel Castro.

Si dice di Fidel che avesse la capacità di viaggiare nel futuro e di ritornare al presente per dare soluzioni. Se oggi Cuba è all’avanguardia nella lotta al Covid lo deve alle sue intuizioni e alla sua volontà.

La Brigata Henry Reeve è un’altra gemma di questa visione internazionalista della sanità: Cuba ha inviato medici e dottori negli angoli più remoti del mondo, quando i Paesi ricchi del pianeta inviavano carri armati, soldati e morte. Sono arrivati anche da noi nel periodo di massima emergenza, ed alcuni dei medici volontari che hanno partecipato alla spedizione in Italia hanno pagato con la vita.

L’Italia invece non ha ancora un vaccino proprio, ma finanzia e poi compra i vaccini delle aziende farmaceutiche che ha finanziato, mentre negli ultimi 10 anni ha tagliato 37 miliardi di Euro alla sanità pubblica. E tutto questo non è capitato per caso, ma è stata una decisione politica.

E a me sembra che, in questo spazio vuoto della politica italiana, Rifondazione Comunista abbia un ruolo fondamentale di critica a questo modello neoliberista, fatto di privatizzazioni e tagli alla spesa pubblica.

Si avverte un’urgenza, che è quella della costruzione di una alternativa di società capace di parlare un linguaggio di vicinanza con il mondo del lavoro, della scuola, della ricerca, dei professionisti, che sappia all’occorrenza dare del tu a chi parla di mega economia finanziaria e che si faccia garante dei diritti base del cittadino, sanità in testa.

In questi giorni di permanenza a Cuba, ci siamo interfacciati con molti professionisti, tra cui il Dottor Vicente Vèrez Bencomo, direttore generale dell’Istituto dei Vaccini Finlay di La Habana. E’ stato tra i primi ad accogliere il nostro gruppo di volontari e l’ultimo a salutarci il 25 Novembre, prima della partenza.

In questa occasione, con le lacrime agli occhi, ci ha detto che lui viene da una famiglia umile e povera, e se oggi è direttore di uno degli Istituti più avanzati del mondo lo deve a Fidel e alla Rivoluzione.

Non smetterò mai di ringraziare lui e i mille eroi che vivono nei corpi di uomini e donne qui a Cuba, con quella semplicità che è segno delle grandi persone, che fanno grande una nazione.

#CubaVive, nonostante l’odio che l’imperialismo le rovescia contro quotidianamente, è la nostra Italia che sta così così…