Brasile: Ci sono riusciti!

© Roberto Monaldo / LaPresse 11-11-2008 Roma Politica Cisl - Conferenza Internazionale "Nuova economia, nuova democrazia" Nella foto Ignazio Lula Da Silva (Presidente Brasile)

Teresa Isenburg

1) Josué de Castro, medico e geografo pernamebucano, è conosciuto internazionalmente per avere,  con la sua Geografia della fame del 1946, esorcizzato il tabù della fame, dichiarando e documentando, partendo dalla analisi della situazione del Nordeste brasiliano,  che essa non è fatto biologico, ma sociale. I governi di centro sinistra,  in particolare nei due mandati del presidente Luiz Inácio Lula da Silva (2003-2010) hanno cancellato dalla Federazione la fame con una serie di misure di ampio respiro assicurando a milioni di  cittadin* tre pasti al giorno. I governi illegittimi che occupano il potere a partire da agosto 2016, ed in particolare l’esecutivo presieduto da Jair Bolsonaro, sono riusciti a resuscitare il mostro. L’Indagine Nazionale sulla Insicurezza Alimentare nel Contesto delle Pandemia da  Covid-19 in Brasile, realizzata  a fine  dicembre 2020 dalla Rede Penssan (Rede Brasileira de Pesquisa em Soberania e Segurança Alimentar e Nutricional) indica che 55,2% dei nuclei brasiliani (116 milioni di persone) hanno conosciuto  nei tre mesi precedenti  situazioni di insicurezza alimentare e che 9% di essi hanno sofferto una situazione grave, cioè fame. Con 19 milioni di brasiliani alla fame si ritorna al livello del 2004. Un successo raggiunto con non poco impegno: è stato necessario deporre in modo illegittimo una presidente, Dilma Rousseff, tenersi per due anni un presidente non regolare e già condannato per oscuri giri di soldi e finalmente eleggere  attraverso manipolazioni e interferenze di tutti i tipi un esponente della estrema destra antisociale e antistituzionale. Ma alla fine di questo percorso costruito con perizia la fame è ritornata. La gestione incompetente e sadica, oltre che punteggiata da truffe varie, della pandemia ha aggiunto a questo quadro di Hieronymus Bosch 550.000 morti volutamente falcidiati. Dal momento che fra il 26 e il 28 luglio 2021 si è tenuto  a Roma un vertice in ambito Fao, riporto alcune parole del presidente del consiglio Mario Draghi: «Alla fine dello scorso anno, l’Italia ha promosso una “Coalizione alimentare” qui alla FAO, cui hanno aderito più di 40 paesi. La coalizione ha l’obiettivo di raggiungere la “Sicurezza alimentare per tutti”, combattendo la povertà estrema e l’insicurezza alimentare generate dalla pandemia. Abbiamo bisogno di maggiori finanziamenti da parte dei governi e delle banche di sviluppo, al fine di ridurre i rischi per gli investitori nel settore agricolo e di migliorare l’accesso al credito, soprattutto da parte dei piccoli agricoltori. È questo il tema del vertice finanziario “Finance in Common” che l’Italia ospiterà a Roma il prossimo mese di ottobre».  Ma la sovranità alimentare, cosa diversa dalla sicurezza alimentare, non si raggiunge solo con strumenti finanziari, continua ad essere una questione sociale e politica.

2) Vorrei oggi  informare su alcuni accadimenti concernenti le relazioni internazionali che mi sembrano degni di attenzione. Bisogna ricordare fra l’altro che lo stravolgimento istituzionale che ha sconvolto il Brasile a partire da maggio-agosto 2016 non è stato oggetto di attenzione alcuna da parte europea, mentre abitualmente l’ Unione Europea è rapida nell’esprimersi in altri casi che considera lesivi delle regole democratiche. Né va dimenticato che diversi dirigenti politici europei e italiani apprezzano la gestione Bolsonaro e ne condividono gli indirizzi nelle sedi internazionali. È ovvio che ripristinare un quadro istituzionale democratico è compito dei cittadini e delle cittadine brasiliane, ma, dal momento che si ripete che si vive in un mondo globalizzato, una qualche attenzione internazionale al rispetto delle regole che l’occidente si è dato sarebbe positivo. E comunque il silenzio indica connivenza. In questi giorni è in visita in Brasile la deputata di estrema destra  e a vice-lider del partido AfD (Alternativa per la Germania),  Beatrix von Storch. Beatrix è nipote di Lutz Graf Schwerin von Krosigk, ministro das Finanças di Adolf Hitler nella Germania nazista. Esprime posizioni razziste, omofobiche, discriminanti, che vanno ben al di là di posizioni “conservatrici” alle quali essa si richiama,  per le quali è già  stata più volte formalmente criticata. La signora, insieme al marito legato alla destra cilena, è stata ricevuta da Bolsonaro (da quando un presidente riceve un oscuro deputato estero?), oltre che dai di lui figli responsabili di commissioni alla Camera e al Senato. L’Europa non ha niente di meglio da esportare? Questa volgare vicenda  è un problema della Germania, ma la politica estera europea è in buona parte gestita dall’Unione e quindi diventa un problema che riguarda anche altri, Italia inclusa (che peraltro si sa che non ha politica estera). Le dichiarazioni di Beatrix sui suoi social sono illuminanti: «Un incontro impressionante in Brasile: voglio ringraziare il Presidente brasiliano per l’amichevole accoglienza e sono impressionata per  la sua chiara comprensione dei problemi dell’Europa e delle sfide politiche del nostro tempo. In un momento in cui la sinistra promuove la propria  ideologia attraverso reti e organizzazioni internazionali a livello globale, noi, conservatori (?!), dobbiamo formare una rete più ravvicinata e difendere i nostri valori conservatori a livello internazionale. … Il Brasile è un partner strategico globale per noi, con cui vogliamo costruire un futuro insieme». Il testo è accompagnato  da foto dei due compari sorridenti. Nessuna forza politica tedesca o europea si sente a disagio che Germania e Europa vengano rappresentate da persone dichiaratamente antidemocratiche (ben diverse dai conservatori)? Altra dichiarazione: «Una visita  importante nel mio viaggio in Brasile: un grande incontro con Eduardo Bolsonaro. Valori comuni sono alla base per una buona cooperazione internazionale. Nell’aula  del parlamento, accanto al posto del presidente del parlamento, c’è la  Bibbia», ha detto la deputata, accompagando le parole con foto dei due e Bibbia in bella mostra. Nessun cristiano europeo si sente a disagio di fronte a una  invasione di campo da parte di soggetti notoriamente razzisti ecc. ?

Aggiungo che non sempre l’Europa tace: il quotidiano “El Pais” ha già inziato, direi in tempo reale, ad attaccare il governo peruviano di Pero Castillo prima ancora che potesse cominciare a lavorare  e che per adesso ha detto di volere mettere in piedi il servizio sanitario nazionale e rafforzare le scuole pubbliche. Obiettivi più che legittimi per qualsiasi governante.

Positivo in questo quadro pessimo è che Biden evita ogni contatto con Bolsonaro, che l’ambasciatore statunitense è stato cambiato e che l’incaricato per il clima John Kerry costruisce contatti diretti con igovernatori degli Stati.

3) La situazione interna brasiliana al momento vede il signor Bolsonaro impegnato a tempo pieno ad aggredire le istituzioni, in particolare il STF/Supremo tribunale federale e a dichiarare che se le elezioni del 2022 non verranno fatte con schede cartacee invece che con le urne elettroniche (sperimentate con piena sicurezza da molte elezioni e ampiamente garantite da osservatori e istituzioni internazionali)  non ci saranno elezioni. L’aggressività golpista si spiega con il fatto che il signor Bolsonaro è in difficoltà nei rapporti con il parlamento, tanto che ha dovuto cedere porzioni di potere istituzionale (come il ministero delle casa civile) a esponenti di un raggruppamento di centro, esonerando  precedenti militare. I militari molto presenti negli incarichi istituzionali di nomina di fiducia vedono lievemente  ridotta  la loro rapace presenza. Anche il blocco di sostegno dei dirigenti delle megachiese neopentecostali ha subito qualche (insufficiente) ridimensionamento. Rimane ciecamente vicino  a Bolsonaro il terzo blocco dei suoi sostenitori più  fedeli cioè le milizie ed è a questo nucleo duro che egli indirizza le sue continue esternazioni eversive e golpiste (che trovano orecchie attente e si sentono legittimate).

4) Impressionante è la meticolosità di devastazione che questo gruppo che occupa i palazzi alti del potere pratica. Non può essere un caso che molti luoghi fondativi della memoria e della conoscenza nazionale vadano in continuazione in fumo, e questo in coincidenza con il processo di destabilizzazione iniziato con il boicottaggio prima e la deposizione poi della presidente Dilma Rousseff a partire del 2014-2015. Il 2 settembre 2018 bruciava il Museo Nazionale  di Rio e in quel periodo su nomina dell’illegittimo presidente Michel Temer era commissario per la sicurezza a Rio il generale Braga Neto, oggi ministro delle difesa e responsabile di continue dichiarazioni anticostituzionali. Pochi giorni fa è bruciata la storica e mondialmente nota Cinemateca di San Paolo fondata nel 1946 di cui era stato presidente anche l’importante antropologo Edgar   Roquette-Pinto. Una ferita che non potrà rimarginarsi. Il governo federale aveva tagliato i fondi e lasciato vacante la direzione, molti da tempo chiedevano alle autorità di San Paolo di intervenire in assenza di altri… Pochi giorni prima il fuoco aveva attaccato gli archivi del CNPq/Consiglio nazionale della ricerca con la documentazione della piattaforma Lattes (il nome deriva dal fisico Cesare Lattes, figlio di Giuseppe torinese emigrato in Brasile nel 1912) con tutti i curricula accademici. Il capitão do mato (i collaborazionisti neri  dei padroni di schiavizzati che davano la caccia agli schiavizzati fuggitivi) Sergio Camargo che è stato messo a capo della Fondação Palmares che ha il compito istituzionale di coltivare e ampliare la memoria della schiavitù e degli schiavizzati ha cercato di vendere il patrimonio librario e artistico della fondazione. Insomma, una azione sistematica di distruzione di tutto ciò che con impegno e fatica è stato costruito per dare memoria e respiro alla cultura del paese. E questi sono solo alcuni casi macroscopici, c’è poi un lavorio sulle piccole realtà locali continuamente danneggiate per un motivo o un altro.  Non può essere un caso, certamente la “conservatrice” Beatrix e Bolsonaro avranno avuto un buon tema comune: il rogo dei libri di nazista memoria.

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